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Home » Spettacolo » Roberta Bellesini e la sua certezza su Giorgio Faletti: “Non l’ho mai sognato, ma compare sempre come una piuma”

Roberta Bellesini e la sua certezza su Giorgio Faletti: “Non l’ho mai sognato, ma compare sempre come una piuma”

Roberta Bellesini, moglie di Giorgio Faletti, racconta la loro storia d'amore e gli ultimi anni con la malattia.
Gabriella DabbeneDi Gabriella Dabbene12 Novembre 2025
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Giorgio Faletti
Giorgio Faletti (fonte: YouTube)
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A undici anni dalla morte di Giorgio Faletti, la moglie Roberta Bellesini ha rilasciato una toccante intervista al Corriere della Sera, ripercorrendo la loro storia d’amore, dalla prima volta che si sono incontrati fino agli ultimi difficili anni segnati dalla malattia: un racconto intimo e profondo che svela il lato più privato dell’artista piemontese, scomparso nel 2014 a causa di un tumore al polmone.

Il primo incontro tra Roberta e Giorgio avvenne quando lei aveva appena 15 anni, davanti al bar Cocchi di Asti. Con un gruppo di amici sui motorini, la giovane Bellesini vide arrivare una Ferrari rossa dalla quale scese Faletti accompagnato da una modella. La prima impressione non fu delle migliori: “Pensai: ‘Però, che sborone'”, racconta oggi l’architetta 53enne. Ma quella sensazione svanì immediatamente davanti al suo sorriso disarmante e ai suoi occhi che colpirono profondamente Roberta.

L’incontro decisivo avvenne anni dopo, nel 2000, a casa di amici comuni durante la finale degli Europei di calcio tra Francia e Italia. “Mi colpirono i suoi occhi grigio-azzurri, limpidi, ti sembrava davvero di leggerci dentro”, ricorda Bellesini. Quella sera chiacchierarono seduti sul divano del disco che Giorgio aveva appena registrato, e lui promise di mandarglielo. A fine serata la accompagnò a casa, ma per qualche mese si limitarono a sentirsi solo per telefono. Poi cominciarono a frequentarsi davvero, costruendo nel tempo un amore profondo e autentico.

La loro relazione fu messa alla prova quando Giorgio scoprì di avere un tumore al polmone. La diagnosi arrivò per caso: soffriva di ernia del disco e durante una risonanza di controllo emerse una metastasi. “Quando sono cominciati i suoi problemi di salute, avrebbero potuto creare tensioni, paura o stanchezza, è normale che succeda, siamo umani”, spiega Roberta. “Invece per noi è stato un collante fortissimo”.

Faletti decise di affrontare le cure in America, a Los Angeles, affidandosi a un medico russo con terapie avanzate. La coppia visse per mesi tra Venice, Santa Monica e Hollywood, cambiando casa ogni mese per via dei vincoli degli affitti brevi. Nonostante la malattia, riuscirono a vivere momenti di normalità e persino di gioia. Tramite l’attrice Roberta Manfredi conobbero altri italiani e, grazie a due amici, ebbero l’occasione di incontrare Leonard Nimoy, l’interprete del dottor Spock di Star Trek, un vero mito per entrambi.

Durante quel periodo difficile, Giorgio non era arrabbiato con la vita né triste. “Nonostante tutto è stato un bel periodo”, racconta la moglie. L’artista scelse però di isolarsi dagli amici storici, non voleva che lo vedessero soffrire o che condividessero il peso di quella battaglia. “Ha preferito isolarsi, non voleva che lo vedessero così, farli soffrire, era un’anima sensibile”, spiega Roberta, che fu l’unica a stargli accanto fino alla fine.

A undici anni dalla sua morte, Roberta Bellesini confessa di non avere un luogo fisico dove sentire vicino il marito, che non ha mai nemmeno sognato in tutti questi anni. Eppure, nei momenti importanti della sua vita, compare sempre una piuma: “Le conservo tutte in un cassetto”, rivela. “Non credo sia un caso, ma un segno. Giorgio c’è. Anche se non posso vederlo, è vicino a me”. Il riferimento alla piuma richiama il titolo dell’ultimo libro di Faletti pubblicato postumo, un dettaglio che per Roberta non è affatto casuale ma la conferma di una presenza che va oltre la dimensione terrena.

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