Non c’è prova storica che Giorgio Napolitano fosse davvero il figlio naturale dell’ultimo re d’Italia Umberto II di Savoia. Il gossip ha circolato indisturbato per anni, forte di alcuni effettivi punti di legame tra il sovrano e il politico, che è stato l’undicesimo Capo dello Stato italiano dal 15 maggio 2006 al 14 gennaio 2015. Primo caso nella storia italiana di un presidente eletto per un secondo mandato.
Da dove nasce allora la storia di questo pettegolezzo? Non tutti sanno che Giorgio Napolitano poteva fregiarsi del titolo di conte, trasmessogli da sua madre, Carolina Bobbio, figlia di nobili napoletani di origine piemontese e dama di compagnia della regina Maria Josè. A quanto pare, Napolitano sarebbe stato il frutto di una relazione tra la madre e Umberto II. La notizia, come scritto in apertura, non è stata mai confermata né avvalorata da documenti inoppugnabili. Il padre di Giorgio Napolitano, insomma, era l’avvocato. Giovanni Napolitano.
Una storia che è stata rispolverata in più occasioni, con la stampa pronta a sottolineare la naturale predisposizione al rispetto delle etichette reali, quando Napolitano si è trovato ad incontrare sovrani europei, come ad esempio Juan Carlo. Da giovane poi Napolitano veniva chiamato Re Umberto, per la sua somiglianza con il Re di Maggio, o anche Lord Carrington, per la sua figura elegante. Come riporta Huffington Post, nel 2016, Intervistato da Maurizio Costanzo, Napolitano liquidò questa storia come una battuta: “I giornalisti si divertivano un po’ con questa storia di re Giorgio anche per delle vaghe somiglianze con Umberto di Savoia. Che ci fosse poi malizia nel ritenere che il mio comportamento al Quirinale fosse esercitato in maniera energica e determinata non sta a me dirlo”.
Eppure, si dice che alla morte di Enrico Berlinguer, avvenuta nel giugno del 1984, il Partito Comunista Italiano avesse scelto Giorgio Napolitano come segretario. Tuttavia, la scelta ricadde su Alessandro Natta proprio per la diceria, ripetiamo mai provata. Di sicuro, Napolitano lavorò affinché il rapporto dei Savoia con l’Italia venisse normalizzato. Fu lui a cancellare la norma transitoria della Costituzione che impediva il loro ritorno in Patria.