Per il film Il diario di Bridget Jones Renée Zellweger è ingrassata di 15 chili per interpretare l’iconica protagonista. Una scelta ben precisa fatta per avvicinarsi quanto più possibile all’eroina del romanzo di Helen Fielding, che è sempre stata prosperosa. L’attrice americana tra il 2000 e il 2001 ha dato fondo a una quantità esagerata di pizza per poter ingrassare in vista dell’inizio delle riprese del primo capitolo della trilogia cinematografica, poi proseguita con Che pasticcio, Bridget Jones (del 2004) e Bridget Jones’ Baby (del 2016).
Per i primi due film, dunque, la Zellweger ha mantenuto una media di +15 chili, mentre nell’ultimo, che non è direttamente legato ai romanzi, ma è stato creato ad hoc per il grande schermo, si è accontentata, si fa per dire solo di qualche chilo in più. Proprio perché, ormai maturata, la giornalista pasticciona è riuscita a trovare il suo peso ideale, messo alla prova non troppo duramente dalla gravidanza.
Il saliscendi di peso sulla bilancia, però, non è stato indolore per l’attrice, premio Oscar per Judy. Secondo quanto lei stessa ha dichiarato, le variazioni di peso l’hanno portata ad avere forti attacchi di panico. Ecco perché ha deciso coscientemente di non voler più ingrassare per un ruolo. Per quello della protagonista della serie televisiva The Thing about Pam, infatti, ha indossato una fat suite. Ovvero un imbottitura in gommapiuma che simula l’obesità. La scelta le ha fatto guadagnare molte critiche per fat shaming, ovvero per discriminazione nei confronti di un corpo non conforme ai canoni estetici classici.