La spiaggia di Coccia di Morto si trova a 35 km da Roma, a Fiumicino, in pieno litorale laziale e si chiama così perché in origine, nel ‘700, durante la bonifica del territorio, furono ritrovati in loco numerosi scheletri e teschi umani, che in dialetto romanesco si chiamano appunto “cocce di morti”. Con ogni probabilità si trattava di cadaveri abbandonati o annegati nel Tevere, trasportati lì dalle correnti del fiume che bagna la capitale.
Questo luogo, noto per l’ambientazione della commedia di Riccardo Milani, Come un gatto in tangenziale, ha raggiunto però un primato non invidiabile. Secondo il dossier di Legambiente Beach Litter nel 2016 è stata la spiaggia più sporca d’Italia. La foce del Tevere è poco distante dalla spiaggia, infatti, e ancora oggi vi si trovano rifiuti di ogni genere, in particolare plastica e cotton fioc, oggetti quasi impossibili da riciclare.
I numeri all’epoca furono poco incoraggianti. Si parlava di una media di 1.413 di rifiuti ogni cento metri. Per capire la portata del problema, era una quantità doppia rispetto alla media nazionale di 714 rifiuti ogni cento metri. Il 67% dei rifiuti è associabile a una cattiva depurazione. Il resto, a una cattiva gestione della raccolta differenziata.
Nonostante questo, però, Coccia di morto è inglobata nella Riserva naturale statale Litorale Romano, un’area protetta molto ampia che include territori di grande interesse storico-naturalistico. Da Palidoro a Capocotta, passando per le oasi di Macchiagrande e Castel di Guido e le pinete di Castel Fusano, solo per citare qualcuno di questi posti.