Maurizio Marinangeli, nato nel 1961, lavorava come cuoco ed è l’autore dell’omicidio della vicina di casa Emma Grilli, uccisa il 17 luglio del 2018, a scopo di rapina, nella sua casa di Chiaravalle. Marinangeli viveva con sua madre nello stesso stabile di Via Verdi in cui ha commesso il delitto, ed era affetto da ludopatia, ragione per la quale ha trafugato i gioielli della Grilli, per poi rivenderli ad un “compro oro”. Oggi sconta la pena all’ergastolo al carcere di Ferrara, per omicidio volontario premeditato aggravato.
Maurizio Marinangeli, che ha un figlio, è affetto da dipendenza dal gioco e proprio la ludopatia sarebbe all’origine dell’omicidio di Emma Grilli. In sede dibattimentale egli stesso ha spiegato di essere ludopate dal 1998, anno di morte del padre, quando puntò al gioco 36 milioni di lire, perdendoli di colpo. Proprio per la sua malattia, dal 2002 il suo patrimonio è gestito da un tutore e dal fratello Marco Marinangeli, titolare del pub dove Maurizio lavorava come aiuto cuoco. Marinangeli poteva disporre di appena 15 euro al giorno.
Secondo il fratello di Maurizio Marinangeli, l’uomo fino a quel momento aveva perduto al gioco 200mila euro in totale. Non si fermava davanti a nulla e spesso e volentieri, infatti, prelevava di nascosto anche capitali dalle società che amministravano.
Per due anni dal 2016 all’aprile del 2018, ha provato a farsi curare in una comunità di recupero di Castelplanio. Il sensibile miglioramento dei suoi impulsi non ha portato però a un’effettiva guarigione. Tre mesi dopo l’uscita dalla comunità, infatti, Marinangeli è tornato a vivere nella casa dell’anziana madre, ponendo le condizioni per l’omicidio della signora Grilli.
L’uomo, molto noto nella cittadina in provincia di Ancona, viveva nello stesso condominio della vittima, in pieno centro, assieme alla mamma. Già nelle prime ore delle indagini gli inquirenti si sono concentrati su di lui, facendogli molte domande. L’ex cuoco ha collaborato senza opporre resistenza, anzi ha risposto a ogni quesito, ribadendo di non aver notato nulla di strano. E di essersi allontanato da lì per una serie di commissioni da svolgere.
Il giorno dopo l’omicidio, Marinangeli viene intervistato e in merito alle prime indagini degli inquirenti e lui risponde che hanno preso tutti gli inquilini del palazzo per interrogatori, alcuni sono stati portati a Chiaravalle ed altri ad Ancona. Poi il giornalista chiede se nel palazzo ci sono stati dissidi e Marinangeli riferisce di piccoli vandalismi. Subito dopo accenna alle famiglie straniere che abitano nel palazzo.
“Qualcuno è andato qui a Chiaravalle, altri ad Ancona… hanno portato via anche mia madre e hanno detto che parleranno con tutti quelli del palazzo… ci hanno chiesto se abbiamo visto o sentito qualcosa, ma io non ho sentito niente… non ho sentito né visto nessuno. Sono uscito due o tre volte… alle 10.30 sono sceso a portare la spazzatura, ma non ho visto nessuno”
“I carabinieri ci hanno chiesto delle dichiarazioni, fanno il giro di tutti gli inquilini… a noi hanno chiesto se ci fossero dissidi tra le nostre famiglie. A parte qualche dispetto, macchine danneggiate e furto di ortaggi, qui non c’è mai stato niente… ruote di biciclette bucate.. qui (di famiglie straniere) ce n’è una albanese che è tranquilla.. poi due zingare, forse rom, ma non lo so perché non le conosco. Stanno allo stesso piano dov’è successo (l’omicidio) Gli albanesi stanno qui al 4 piano, poi una famiglia di musulmani al secondo.”
Il 28 luglio, l’arresto di Maurizio Marinangeli. Gli agenti avevano notato la sparizione di alcuni gioielli dalla casa di Emma Grilli. E seguendo le loro tracce sono arrivati al Compro Oro di Falconara dove Marinangeli aveva venduto la refurtiva, guadagnando 400 euro.
La condanna di Marinangeli è stata confermata sia in primo che in secondo grado, nonostante la decisione della Cassazione di accogliere parzialmente il ricorso della difesa, per eliminare l’aggravante della premeditazione.