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Home » Cultura » Oplita, il significato della parola usata dal padre di Giulia Cecchettin

Oplita, il significato della parola usata dal padre di Giulia Cecchettin

Vediamo insieme cosa significa un oplita, il termine usato da Gino Cecchettin nel suo discorso ai funerali della figlia Giulia.
Simone FrigerioDi Simone Frigerio5 Dicembre 2023
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Gino Cecchettin, durante il discorso d’addio alla figlia Giulia, pronunciato durante i funerali, ha definito la ragazza un oplita, un termine desueto che indicava il soldato di fanteria negli eserciti dell’Antica Grecia, ed era così chiamato per via dell’oplon, il pesante scudo di legno e metallo indossato a protezione del corpo. Paragonando sua figlia ad un oplita, Cecchettin ha voluto sottolineare la sua forza e la capacità di lottare in circostanze avverse. Giulia Cecchettin infatti, aveva perso sua madre e si era fatta carico di molte incombenze familiari.

Nel suo discorso ai funerali di Giulia, Gino Cecchettin ha detto: “Nonostante la sua giovane età era già diventata una combattente, un’oplita, come gli antichi soldati greci, tenace nei momenti di difficoltà: il suo spirito indomito ci ha ispirato tutti”

Tornando all’oplita, questa figura militare era solitamente armata con una lancia in legno con doppia punta in metallo (una per ciascuna estremità) e una spada corta di ferro o di bronzo. Era parte della cosiddetta falange, il primo esempio di schieramento bellico organizzato nella storia dell’uomo, concepito per la prima volta attorno al VII secolo a.C. e perfezionato sotto il governo della polis spartana, nel V secolo a.C., all’apice della potenza militare ellenica. I combattenti erano disposti in file verticali ravvicinate da 8 elementi ciascuna; ogni oplita proteggeva attraverso il proprio scudo il compagno posto al suo fianco, e qualora fosse caduto in battaglia, veniva immediatamente sostituito dal soldato che lo precedeva.

Il combattimento tra falangi nemiche si basava su tecniche di spinta e oppressione dell’avversario; il gruppo compatto degli opliti avanzava verso il nemico nell’obiettivo di sfiancarlo o, nel migliore dei casi, di rompere l’asserragliamento dei ranghi, permettendo poi agli arcieri, ai cavalieri e i peltasti, fanti armati di giavellotto, di sgominare l’esercito nemico.

Lungo i secoli la struttura della falange subì diverse evoluzioni, ma per secoli essa sarebbe rimasta la base del combattimento militare via terra in Europa

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