Roberto Mancini è tornato a parlare, dopo alcuni mesi, delle sue dimissioni da CT della Nazionale Italiana di Calcio, rassegnate il 13 agosto 2023 al presidente della Federazione Italiana Giuoco Calcio (FIGC) Gabriele Gravina. Ed è proprio nel corso di un'”intervista doppia” col presidente federale, svoltasi il 5 dicembre all’interno del programma televisivo Le Iene, che il campionissimo ha ancora un volta ribadito le ragioni del suo gesto, ammettendo nel contempo, per la prima volta, che il fattore economico, legato a una lucrativa offerta ricevuta da parte di un paese estero, abbia effettivamente inciso sulla decisione.
Ai microfoni di Mediaset, Mancini ha dichiarato (citiamo da SportMediaset): “Dopo tanti anni [di lavoro] forse, a volte, bisognava prendere una decisione. Forse è una decisione che andava presa un po’ prima, però, allo stesso tempo, posso anche capire che ci si possa rimanere male. Anche io sono rimasto male di tante cose, e con grande dispiacere perché io sarei rimasto altri dieci anni, se fosse stato possibile. Qualcosa era cambiato rispetto a prima, ma posso dire una cosa? È stato detto anche troppo; sono andato via per tante motivazioni. I soldi? Una delle motivazioni è anche quella“,
Il Mancio non risparmia un attacco frontale a giornali e organi di stampa, rei di aver diffuso, nelle ore e nei giorni immediatamente successivi al suo annuncio, notizie false e non verificate: “Quando c’erano giornali, giornalisti, direttori e proprietari seri di giornali si scrivevano cose vere, adesso si scrivono un sacco di stupidaggini. Le cose scritte sono per la maggior parte stupidaggini“.
La notizia delle dimissioni di Mancini arriva a ciel sereno per molti, a due giorni dal Ferragosto 2023, a ridosso di un’importante partita di qualificazione agli europei 2024 contro la Macedonia del Nord; in quel momento, Mancini si affida a Instagram per la prima, lapidaria comunicazione: il post, successivamente cancellato, recitava laconicamente: “Le dimissioni da ct della nazionale sono state una mia scelta personale. Ringrazio il presidente federale, Gabriele Gravina, per la fiducia, insieme a tutti i membri della Figc. Saluto e ringrazio tutti i miei giocatori e tifosi che mi hanno accompagnato in questi 5 anni. Porterò sempre nel cuore la straordinaria vittoria dell’Europeo 2020“.
Pressato dalle sempre più insistenti voci su un suo presunto accordo con l’Arabia Saudita per un posto da CT, Mancini, nel giorno di Ferragosto rivela per la prima volta la sua verità, a Hoara Borselli di Libero e Enrico Currò di Repubblica, spiegando le origini dei gravi dissidi avuti con il presidente federale, a causa di un improvviso riassetto delle gerarchie dirigenziali della Nazionale. A Mancini, infatti, solo pochi mesi prima era stata affidata la completa gestione di tutte le compagini giovanili nazionali, con carta bianca nella scelta dello staff. Una promessa che Gravina si sarebbe prontamente rimangiato:
“Stavo maturando questa decisione da un po’ di mesi. Io non volevo lasciare la panchina della Nazionale perché mi ha dato tanto, mi piaceva moltissimo. Era un onore guidare gli azzurri; Evani è stato il mio vice per cinque anni in Nazionale. Insieme abbiamo vinto gli Europei. Io ho fin da subito detto di non approvare questo cambio. Io avrei invece lasciato tutto così, magari aggiungendo qualche persona diversa. Mi sembrava potesse essere un giusto compromesso, ma così non è stato“.
Ago della bilancia definitivo, una clausola di licenziamento legata a una mancata qualificazione agli Europei: “Ho fatto mandare un messaggio al presidente Gravina da chi mi rappresenta legalmente e segue la mia contrattualistica, cioè mia moglie. In quel messaggio chiedevo se cortesemente poteva togliermi una clausola dal contratto, la clausola che se la Nazionale fosse andata fuori dagli Europei mi avrebbe licenziato. Semplicemente gli ho chiesto di poterla togliere per avere la possibilità di lavorare in modo più tranquillo. Per me non era importante la clausola quanto il gesto. Toglierla avrebbe rappresentato un passo nei miei confronti che avrebbe fatto capire che in me ci credevano ancora“.
A Repubblica, Mancini reitera gli stessi concetti, additando ancor più apertamente il presidente Gravina come unico responsabile della spiacevole situazione: “Non ho fatto niente per essere massacrato così. Mi sono solo dimesso e ho detto che è stata una mia scelta. Mi sono assunto tutta la responsabilità della decisione. Non mi sono nascosto. Avevo parlato con il presidente Gravina e cercato di spiegargli le mie ragioni. Non mi sono mai permesso di accusare nessuno e mi ritrovo accusato. Tempistiche? Ho lasciato la Nazionale a 25 giorni dalla prossima partita, non tre. E penso di essere sempre stato corretto in questi anni. Ho cercato più volte di parlare con Gravina. Gli ho spiegato che in questi mesi mi doveva dare tranquillità, lui non l’ha fatto e io mi sono dimesso. Si è mai visto un presidente federale che cambia lo staff di un ct? Gravina è da un anno che voleva rivoluzionarlo, io gli ho fatto capire che non poteva, che al massimo poteva inserire un paio di figure in più, ma che non poteva privarmi di un gruppo di lavoro che funzionava, che funziona e che ha vinto l’Europeo. Semmai sono io che potevo sostituire un membro dello staff….
“È da un po’ di tempo che lui pensava cose opposte alle mie. Ma allora perché intervenire sullo staff? A quel punto doveva mandare via me. Invece ha colto l’occasione: alcuni miei collaboratori erano in scadenza e ha giocato su questo. Io potevo essere più duro, certo, ma pensavo lo capisse da solo…se avesse voluto, mi avrebbe trattenuto. Non l’ha fatto. Mi sarebbe bastato un segnale, non me l’ha dato. Non ha voluto che restassi, erano mesi che c’era questa situazione. Però Gravina verrà ricordato come il presidente che ha vinto l’Europeo, non per gli errori che ha fatto”
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Pochi giorni dopo queste dichiarazioni, Mancini diventa ufficialmente il nuovo CT dell’Arabia Saudita e il 29 agosto, con un lungo post Instagram dà l’addio definitivo alla maglia azzurra, ribadendo come l’accordo con l federazione saudita fosse stato successivo, seppur di poco, all’annuncio delle dimissioni
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“Voglio ringraziare tutti voi per il grande sostegno e la vera amicizia dimostratami da sempre, ed in particolare in questi ultimi giorni e ore frenetiche, che mi hanno visto non in panchina ma al “centro campo”. Le vostre testimonianze di affetto e di stima sono tutte contenute in parole importanti, vere e sincere come “ricordati che sei il gol di tacco”, “l’uomo della vittoria extra time”, “non ti sei mai arreso, fino all’ultimo secondo”, ”sei l’abbraccio dell’amicizia”. Ecco, le ho messe tutte in valigia e mi accompagneranno e mi ispireranno nell’affrontare le nuove sfide che mi aspettano. Tanti di voi mi hanno chiesto del perché della mia uscita dalla Nazionale e delle tempistiche del nuovo ingaggio. Immagino che sarete stati confusi da certe notizie di stampa. D’altra parte, informazioni false e manipolazioni sono esistite da sempre se già i poemi antichi erano pieni di false notizie, fatte circolare dagli dèi solo per confondere i mortali. La tempistica è unicamente quella che ho poi anche ribadito ieri in conferenza stampa, cioè il vero e concreto contatto con i rappresentanti della Federazione saudita risale al 18 agosto, nulla di più. E poi, per chi conosce davvero il calcio sa che i tempi di raggiungimento degli accordi sono sempre estremamente rapidi, anche di pochi giorni”