Santa Lucia si festeggia tradizionalmente con una corona di candele sulla testa, perché secondo alcune leggende, durante l’impero di Diocleziano, nel 303 dopo Cristo, Lucia aiutava i cristiani a nascondersi nelle catacombe, e per farsi luce, e avere al contempo le mani libere, in modo da portare provviste con sé, aveva sistemato delle candele su una ghirlanda appoggiata sul capo. Secondo altre interpretazioni, però, il fuoco delle candele rappresenterebbe le fiamme che non hanno voluto toccare la giovinetta, durante il suo martirio.
Secondo interpretazioni sulle origini pagane della festa invece, Lucia avrebbe le candele sul capo perché sarebbe portatrice di luce, in questo periodo dell’anno – Yule, nelle tradizioni pagane – in cui il buio incombe su tutto e le giornate sono più corte.
Nata a Siracusa in Sicilia intorno al 283, Lucia crebbe in una ricca famiglia da padre romano. Egli morì quando la piccola aveva solo 5 anni. Secondo le agiografie classiche, avrebbe deciso di distribuire le sue ricchezze ai poveri, dopo che la madre, malata, fu guarita da Sant’Agata.
Lucia consacrò così la sua verginità a Dio. Fu obbligata, però, a sposare un pagano, che pare aspirasse alla sua dote. La ragazza allora rifiutò con forza. Prima si fece miracolosamente pesante, tanto che i soldati non riuscirono a spostarla. Poi fu messa al rogo, ma il fuoco non la bruciò. Infine, fu trafitta al collo dalla lancia di un soldato romano, spirando dopo aver ricevuto la comunione.
Santa Lucia si festeggia ovviamente in tutta la Sicilia. E, dagli anni ’20, anche in Svezia, Danimarca, Norvegia e Finlandia e in alcune località del Nord Italia, tra Lombardia, Emilia Romagna e Veneto. La giornata si celebra con delle processioni guidate da una giovane in abito bianco, fascia rossa e corona di candele in testa. Dietro di lei, le donne portano una candela, cantando la tradizionale canzone napoletana Santa Lucia. In questo caso specifico la luce delle candele rappresenta anche la “lotta” contro l’oscurità dell’inverno.