L’orologio dell’Apocalisse, o Doomsday Clock in inglese, è un simbolico orologio che indica l’avvicinarsi della fine del mondo, sul cui quadrante la mezzanotte rappresenta il punto in cui l’Apocalisse avrà luogo; le lancette dell’orologio vengono avvicinate alla mezzanotte o allontanate da essa, in base al verificarsi di eventi catastrofici come cataclismi naturali o guerre; creato nel 1947 da un gruppo di scienziati legati al Manhattan Project, con a capo Albert Einstein, in quasi 80 anni d’esistenza l’orologio ha visto modificato il proprio orario solo 25 volte.
Nel 1991, con lo scioglimento dell’Unione Sovietica e la fine della Guerra Fredda, il conflitto mai nato che aveva tenuto sotto scacco l’Europa per più di 30 anni, le lancette si fermarono a ben 17 minuti dalla mezzanotte, il punto più lontano dalla distruzione mai raggiunto; nel gennaio 2020, poco prima dello scoppio della pandemia da Covid, le lancette furono poste a 100 secondi dalla mezzanotte, e da lì non si mossero per tre anni, fino al gennaio 2023, quando sono state spostate in avanti di 10”, a 90” dalla mezzanotte, ossia il punto più vicino alla distruzione mai raggiunto.
L’orario del Doomsday Clock viene ufficialmente stabilito all’inizio di ogni anno, e per il 2024, la data da segnare sul calendario è quella del 23 gennaio, quando, in diretta streaming, gli scienziati del SASB, l’organizzazione che si occupa di determinare la posizione delle lancette, sveleranno al mondo la loro decisione; il consiglio di solito determina l’orario già ai primi di novembre dell’anno precedente, concedendosi un paio di mesi per alcune revisioni finali.
In un’intervista a Newsweek, Rachel Bronson, CEO della SASB, ha dichiarato: “Ogni anno, a novembre, il consiglio si riunisce e riflette insieme sulle sfide da affrontare. Si chiede ad esempio se l’umanità è più sicura o corre un rischio maggiore rispetto a quando l’orologio è stato impostato l’ultima volta, oppure se l’umanità è più al sicuro rispetto a 75 anni fa…
Ovviamente, ci sono sempre molte questioni aperte sul tavolo. In molti casi, non c’entrano l’una con l’altra, ma comunque sia, si cerca sempre di ottenere una risposta schietta sulla questione se l’umanità sia al sicuro o meno“.