Una giornata a Zanzibar si è trasformata in una vera e propria tragedia per otto bambini ed una donna che sono morti intossicati dopo aver mangiato carne di tartaruga marina sull’isola di Pemba. Oltre a loro, però, altre 78 persone sono state ricoverate a causa dell’intossicazione da chelotossine, ma con un quadro clinico meno grave, visto che non sembrano essere in pericolo di vita.
Ma come è potuto succedere tutto questo? Nella zona di Zanzibar la carne di tartaruga marina è considerata una prelibatezza. Allo stesso tempo, però, non è raro che il suo consumo possa rivelarsi fatale per molte persone. Un caso simile, infatti, è accaduto sempre nella stessa zona nel 2021. In quel frangente, sono morte sette persone, tra cui un bambino.
La causa di queste morti si deve ad un insidia nella carne di questo animale che, oltretutto, sarebbe anche in via di estinzione. Si tratta delle chelonitossine, ossia tossine che si accumulano nelle carni delle tartarughe attraverso la catena alimentare. Nello specifico la tossina fatale si nasconde in alcune alghe che sono consumate piuttosto abitualmente dalle tartarughe. A lungo andare queste si accumulano all’interno dei tessuti dell’animale. A quel punto la carne è diventata evidentemente tossica e può essere letale all’uomo in qualsiasi modo venga consumata.
La dottoressa Valeria Petrolini della Società Italiana di Tossicologia e medico tossicologo del Centro Antiveleni ICS Maugeri di Pavia, ha spiegato al Corriere che è consigliabile non mangiare carne di tartaruga, “perchéì non esiste un modo per individuare la tartaruga tossica”. Inoltre, la cottura non elimina il rischio, perché le tossine sono termostabili, e al momento non esiste un antidoto che possa risolvere tempestivamente un’intossicazione in atto.
Inoltre, spiega Petrolini, “è noto che queste tossine passano nel latte materno potendo provocare intossicazioni anche molto gravi nei bambini allattati al seno”
Riguardo i sintomi dell’intossicazione da consumo di carne di tartaruga, Petrolini spiega: “I primi sintomi insorgono poche ore dopo il consumo della carne e sono di tipo gastrointestinale, anche con comparsa di bruciore alla gola e di lesioni del tratto gastroenterico. Nelle prime fasi possono manifestarsi anche sintomi neurologici (come vertigini, formicolii e confusione). Il quadro, poi, può evolvere in diversi gradi di gravità fino a coinvolgere tutti gli organi, quali reni, fegato e apparato respiratorio, configurando una vera e propria insufficienza multiorgano. Sono i quadri clinici più gravi che portano a un esito fatale”