Alberto Salerno è uno dei più importanti parolieri della musica italiana. E dal 1976, solo otto mesi dopo il loro primo bacio, è anche il marito di Mara Maionchi, vulcanica produttrice discografica e personaggio televisivo.
Nasce a Milano il 30 dicembre del 1949, sotto il segno del Capricorno. Suo padre, Nisa, nome d’arte di Nicola Salerno, ha firmato grandi successi della musica leggera, come Un ragazzo di strada, Non ho l’età e Tu vuò fa l’americano. Eredita quindi il talento del genitore, creando a sua volta delle grandi hit come Terra Promessa di Eros Ramazzotti, Io nascerò di Loretta Goggi, Donne di Zucchero, Io vagabondo dei Nomadi e Avevo un cuore di Mino Reitano, scritto quando aveva solo 18 anni.
Assieme alla moglie ha prodotto gli album più celebri di Tiziano Ferro, tra cui Rosso Relativo. Anche se il rapporto tra lui, Maionchi e il cantante di Latina si è deteriorato nel tempo. Mara Maionchi, che stasera sarà ospite di Belve ha detto: “Secondo me Tiziano Ferro non ha pensato che sia io che mio marito l’abbiamo aiutato a essere quello che alla fine, in parte, è“.
Alberto Salerno e Mara Maionchi si conoscono negli anni ’70. E si sposano nel 1976, dopo un intenso corteggiamento da parte di Salerno. Come spesso la Maionchi racconta, infatti, aveva molti dubbi ad accettare la sua proposta. Motivo? La differenza di età che li separava, visto che il marito è dieci anni più giovane di lei. Un vero toy-boy, insomma.
Tentennamenti iniziali a parte, comunque, la loro unione, allietata dalla nascita Giulia e Camilla che li hanno resi nonni di tre nipotini, ha dimostrato di essere particolarmente solida. E di aver resistito a un tradimento da parte di Alberto Salerno. Una piccola scivolata a cui Maionchi, come detto a Verissimo, non ha mai dato tanto peso. “Ho scoperto che mio marito ha avuto una debolezza, ma quando hai dei figli e un progetto di vita insieme, si perdona e si supera. Cosa vuole che sia un corno? E un po’ è stata anche colpa mia, guardavo le bambine più di lui. Certo, se fosse stata una storia lunga magari due anni sarebbe stato diverso, ma così per fortuna non è stato. Ho perdonato naturalmente e non mi sono sognata di vendicarmi. Probabilmente gli voglio più bene oggi che un tempo. Ammetto che lo risposerei“.
Con grande ironia, Alberto Salerno, raccontando il tradimento dal suo punto di vista, ha detto di aver dovuto sudare sette camicie per riconquistare la moglie. “Ho trascorso un’estate in ginocchio, sulla sabbia bollente. Mi guardava come si guarda un oggettino rotto che non butti solo perché ci sei affezionato“, ha spiegato in un’intervista al Corriere della Sera. Nella stessa intervista Maionchi lo definisce un nullafacente felice. Ma con grande dolcezza.