È la zanzara Anopheles, detta familiarmente anofele, la responsabile della trasmissione della malaria. Essa appartiene alla famiglia Culicidae, sottofamiglia Anophelinae. Questo insetto provoca anche la prolificazione dei vermi parassiti del genere Dirofilaria. E il virus della febbre O’nyong’nyong. Come tutti gli insetti la sua vita è scandita da quattro fasi: uovo, larva, pupa, insetto adulto. I primi tre passaggi avvengono in ambienti acquatici, motivo che rende la malaria tipica delle zone paludose o con altissimi livelli di umidità. La fase, finale, invece, avviene in ambiente sub aereo.
Le zanzare anofele hanno una morfologia in tutto e per tutto simile a quella di altri insetti della stessa specie, con una testa fornita di apparato succhiatore, che nelle femmine ha anche funzione di puntura. Sul torace troviamo tre paia di zampe e le ali.
L’addome è responsabile delle funzioni vitali della zanzara. E nelle femmine serve per deporre le uova. Proprio per la sua funzione riproduttiva, la femmina di zanzara anofele succhia il sangue dei vertebrati. Necessario, con le sue proteine, per far crescere le uova.
Come agisce la zanzara anofele
Dopo essersi posata sulla vittima, la zanzara buca il tessuto per raggiungere il capillare dove scorre il sangue. Mentre compie l’operazione inietta la saliva che ha un grande potere anticoagulante. Una volta succhiato il sangue, l’esemplare vola via in cerca di altro nutrimento. Solitamente questo avviene di notte o prima dell’alba.
La zanzara anofele trasmette il parassita della malaria, il plasmodio, perché questo trova terreno ideale alla sua riproduzione nelle ghiandole salivari della zanzara. Dato l’alto livello di contagiosità, dovuto proprio alla necessità della zanzara di nutrirsi più e più volte, in molti paesi a rischio il protocollo anti malaria è sempre attivo. Solitamente si trattano le zone infestate dagli insetti con DDT e altri tipi di insetticidi.
Se da una parte queste azioni sono risultate efficaci, dall’altra però hanno contribuito ad aumentare la resistenza della zanzara. Oltre a inquinare l’ambiente, provocando una terribile reazione a catena tra uccelli e specie ittiche. Tra i nuovi metodi di lotta all’anofele, allora, c’è la gambusia, un pesce che si nutre delle larve.
In natura esistono circa 430 specie di zanzara Anopheles. Tra queste, solo da 30 a 40 sono veicolo di malaria. La malaria è stata effettivamente debellata, ma come dimostra la recente comparsa dell’anofele in Puglia, può ancora diffondersi. Particolare attenzione, inoltre, desta la cosiddetta malaria da aeroporto. Resa possibile da un accidentale trasporto delle zanzare tramite bagagli o anche attraverso l’aereo che arriva da zone a rischio. Prevalentemente dall’Africa.