La condanna a Donald Trump arriva in un momento chiave della vita politica americana, nel bel mezzo della campagna elettorale per le prossime presidenziali di novembre. A cui il tycoon, candidato dei Repubblicani, arriva (per la prima volta nella storia) con l’etichetta di colpevole. Solo l’11 luglio, alla vigilia della Convention repubblicana che di fatto ufficializzerà Trump come candidato alla presidenza, sapremo la pena che gli verrà comminata. Ma cosa può succedere? Per la legge americana, il verdetto non gli impedisce di essere candidato né, in caso di vittoria, di tornare alla presidenza. I reati che gli sono stati attribuiti prevedono, al massimo, 4 anni di carcere. Difficilmente, però, si apriranno le porte della prigione per lui. Si tratta di un ex presidente, senza precedenti penali e piuttosto in là con gli anni. Il giudice potrebbe emettere una sentenza con la condizionale. O una scarcerazione condizionata.
Nel primo caso, Trump avrebbe l’obbligo di sottoporsi a controlli periodici e sottostare alle regole, mentre nel secondo non avrebbe nessuna supervisione. Possibile anche una condanna ai servizi sociali. Normalmente sarebbero condanne molto blande, ma nel caso di un possibile nuovo Capo della Casa Bianca le cose cambierebbero. Nel caso di condanna in carcere, come detto improbabile, non è chiaro se il Secret Service dovrà continuare a proteggerlo. Al netto delle dichiarazioni del sindaco newyorkese Eric Adams secondo cui la prigione di Rikers Island sarebbe pronta a ospitare Trump. Certo, se ogni spostamento, dibattito, apparizione televisiva, dovessero essere autorizzate dal ‘probation officer’, l’imbarazzo sarà comunque palpabile.
Donald Trump, dunque, è colpevole di tutti i 34 capi d’imputazione nel processo per lo scandalo Stormy Daniels. Tramite il suo ex avvocato, il tycoon, infatti, aveva versato, 130.000 dollari all’attrice porno per pagare il suo silenzio sulla loro relazione. Soldi poi rimborsati, nel 2016, come spese legali fittizie, violando anche la legge sui finanziamenti elettorali e quindi l’integrità del voto. A questo si aggiunge la falsificazione dei documenti per occultare la transazione economica.
Trump è il primo presidente nella storia degli Usa ad essere condannato per un crimine. E che da condannato parteciperà alla campagna elettorale per le prossime presidenziali. A cambiare lo scenario sarà sicuramente la decisione del team legale del miliardario che ricorrerà in appello. Questo allungherà l’iter processuale della vicenda. E potrebbe spingere il tribunale potrebbe sospendere l’applicazione di ogni sentenza. Trump, pertanto, resta a piede libero.