Liliana Segre bocciò il film La vita è bella di Roberto Benigni considerandolo “non realistico”. La senatrice a vita ha avuto, in passato, delle rimostranze anche nei confronti di Schindler’s List di Steven Spielberg. Segre è una superstite all’Olocausto e vorrebbe vedere al cinema dei film più vicini alle atrocità vissute da lei nei campi di concentramento.
La Segre, in un’intervista al Corriere della Sera, spiegò: “Il film di Roberto Benigni, La Vita è bella, non è brutto, ma non è realistico. Nessun bambino, infatti, sarebbe potuto resistere nel lager. Nessuno poteva comunicare con un altoparlante in un campo di sterminio. I bambini andavano subito al gas oppure erano vittime di terribili esperimenti. Benigni avrebbe dovuto dire che si trattava di una favola“.
La critica di Liliana Segre a La vita è bella non è dunque puramente artistica, ma legata al realismo della vicenda. Il film di Roberto Benigni raccontava la storia di un padre catturato e chiuso in un campo di concentramento dai nazisti insieme a suo figlio. L’uomo però non si arrese, fingendo col bambino che si trattava di una messa in scena. Nel cast troviamo Benigni stesso come protagonista e sua moglie Nicoletta Braschi nel ruolo della consorte Dora, il bambino Giosuè fu invece interpretato da Giorgio Cantarini. Il film vinse tre Premi Oscar tra cui Miglior film in lingua straniera, Miglior colonna sonora e Miglior attore protagonista.
Su Schindler’s List invece, Liliana Segre evidenziò: “Le comparse erano tutte belle ragazze, in carne. Noi eravamo scheletri. È inverosimile che Schindler potesse far scendere dal treno un ebreo già chiuso dentro. Ricordo che andai a una prima con le scuole, all’Odeon di Milano e nella scena in cui il nazista spara dal balcone ci fu un applauso. Fu terribile. Non ressi e me ne andai via. Rividi il film più avanti, in un cinema semivuoto alle due di pomeriggio“.