L’azzurro è il colore di tutte le nazionali italiane nello sport come omaggio allo stemma nobiliare di casa Savoia. Azzurro, infatti, era il drappo incollato trasversalmente sullo scudo nobiliare. Una nuance così specifica di azzurro, scelto ispirandosi al manto della Madonna, da essere ribattezzato blu Savoia. Il 6 gennaio 1911, dunque, la Nazionale italiana di calcio, che prima aveva casacche bianche, affrontò la fortissima Ungheria a Milano per la prima volta con la maglia di questo colore, per celebrare la famiglia regnante.
Dunque, la prima formazione italiana ad adottare il colore azzurro fu quella di calcio maschile. Pian piano anche gli altri sport mutuarono la tinta, trasformando, per estensione, le nostre atlete e i nostri atleti in “le azzurre” e “gli azzurri”. Il passaggio, tuttavia, non fu rapido. Ai Giochi Olimpici di Stoccolma, nel 1912, si usava ancora il bianco come colore delle divise delle diverse discipline. Ciò si protrasse negli anni a venire anche davanti alla decisione del Comitato Olimpico Nazionale, il CONI, nel 1914, di impiegare l’azzurro per le divise. Il passaggio definitivo all’azzurro si concretizzò solo nel 1932, ai Giochi Olimpici di Los Angeles.
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L’azzurro rimase anche nel secondo Dopoguerra, dopo la vittoria della Repubblica, pur con i suoi riferimenti alla monarchia. In occasione del centenario della maglia azzurra nel calcio maschile, nel 2011, il presidente della FIGC Gabriele Gravina disse: “L’azzurro rappresenta emozione e condivisione. È il colore di una maglia che celebra tutti i giorni una delle storie italiane più belle ed appassionanti. È il sogno di amicizia che supera i confini di un campo di calcio per unire un Paese intero“.