L’11 giugno 1984 Enrico Berlinguer si spegne dopo quattro giorni da un ictus lasciando un’intera generazione attonita. Al di là di qualsiasi credo politico, infatti, è indubbio che il vuoto lasciato da quest’uomo, colto, dedito alla sua missione e dotato di una visione moderna, è stato ed è, ancora oggi, incolmabile.
A fermarlo, come anticipato, è stato un ictus. I primi segnali iniziano a manifestarsi durante il comizio del 7 giugno tenutosi a Padova in Piazza della Frutta. A dimostrato ci sono alcuni filmati di repertorio in cui si vede chiaramente come Berlinguer inizi ad accusare un malore. Nonostante tutto, però, continua imperterrito nel suo discorso, mantenendo fede all’impegno preso. per la campagna elettorale delle elezioni europee previste per il 17 giugno.
Una volta terminato il comizio, però, le sue condizioni peggiorano. Viene ricoverato per poi cadere in un coma dal quale non si risveglia mai più. Il 13 giugno, dunque, il mondo politico, i rappresentati del partito Comunista e, soprattutto, la gente che lo ha sempre sostenuto e si è riconosciuta in lui, lo saluta durante i funerali organizzati nella Basilica di San Giovanni a Roma.
Una celebrazione, questa, che ad oggi viene ricordato ancora come una delle più imponenti e commoventi nella storia della Repubblica. In totale, infatti, sono accorsi in piazza due milioni di persone in un abbraccio collettivo mai sentito e provato come in quel momento. Un’esperienza mai dimenticata da un’intera generazione che, da quel giorno, non ha potuto che sentirsi orfana e, in qualche modo, sconfitta dagli eventi.