Oggi, 21 giugno, si celebra la Giornata Mondiale del Selfie o World Selfie Day. Una data, scelta nel 2019 da SelfieElate, che non ha particolari valori etici o filosofici, ma che di sicuro ci fa riflettere su uno degli asset di comunicazione più importanti degli ultimi anni. Equivalente di autoscatto (caro a Gianni Morandi), selfie è la parola inglese usata per definire, appunto, una foto fatta da a noi a noi stesse. La parola inizia a circolare negli anni 2000, per conoscere un vero e proprio boom con la diffusione dei social. E anche con la crescita esponenziale delle vendite degli smartphone, che permettono acrobazie sempre più complesse con la fotocamera interna.
Tuttavia, se parliamo di autoscatto, allora per parlare del primo selfie della storia dobbiamo correre molto indietro nel tempo, quando si iniziava a “giocare” con le rudimentali macchine fotografiche.
Il primo selfie della storia, secondo quanto riportato da The Economic Times, lo ha realizzato nel 1839 Robert Cornelius, chimico amatoriale e appassionato di fotografia. L’uomo fece una foto di sé nel retro del suo negozio di lampadari a Philadelphia. Più che una foto, un dagherrotipo che per essere realizzato necessitò di 15 minuti. Disse Cornelius, citato nel libro Storia della fotografia di Beaumont Newall:
“Lei noterà che la figura non è al centro della lastra. Il motivo è che io ero solo. Corsi a mettermi di fronte all’apparecchio… ma finché l’immagine non fu presa non potei rendermi conto che non ero al centro“
Per il primo selfie allo specchio dobbiamo attendere il 1914. E la foto in questione ritrae Anastasia Nikolaevna, la figlia più giovane dello zar di Russia che ha sperimentato l’arte fotografica con una Kodak Brownie. Persino Buzz Aldrin ne fece uno, in effetti molto particolare, con il pianeta Terra alle sue spalle, durante la missione Gemini 12 nel 1966.
Per parlare però di selfie vero e proprio bisogna attendere, almeno secondo ABC, gli anni 2000 quando un ragazzo australiano postò su un forum scientifico di ABC Science una foto di sé dopo essere caduto, con il labbro tumefatto. Scrivendo in un commento:
“Scusate la messa a fuoco, era un selfie“.
Nasce così la parola che sull’onda dei social di immagine come Instagram conosce un successo senza precedenti. Tanto da diventare un hashtag vero e proprio. Il primo asterisco con la parola selfie è stato coniato dall’utente Jennifer Lee nello storico post che vi riportiamo qui:
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Negli anni il concetto di selfie ha oltrepassato i confini linguistici diventando come detto un mezzo per indagare le grandi trasformazioni della nostra società. Selfie come testimonianza di un momento chiave, come passaggio di una campagna elettorale (ogni politico ne ha uno), come product placement (vedi il selfie più celebre al mondo, quello fatto agli Oscar del 2014). Un hashtag virale che conta 270 milioni di “esemplari” su Instagram. Una parola che ormai è nei dizionari di tutto il mondo. E nelle nostre vite.