Non si è ancora spenta l’eco della furibonda lite avvenuta lunedì scorso a Roma tra il regista Paolo Virzì e l’ex moglie Micaela Ramazzotti, con il contributo del nuovo compagno di lei Claudio Pallitto. A quanto pare l’autore livornese, dopo aver sporto denuncia per violenza aggravata ai Carabinieri, avrebbe richiesto l’utilizzo del cosiddetto Codice Rosso, una legge che mira a rafforzare e tutelare tutte e tutti coloro che subiscono violenze, atti persecutori e maltrattamenti.
La legge vede la luce nel 2019 e rafforza le disposizioni in materia di tutela delle vittime di violenza domestica e di genere. Essa dunque contempla una serie di procedure d’urgenza, al pari del codice rosso del pronto soccorso, per velocizzare le operazioni di denuncia e le indagini sui casi di violenza. Una volta ottenuta la denuncia per il reato, la polizia giudiziaria deve subito riferire al pubblico ministero che entro tre giorni deve sentire la vittima. Termine che a discrezione del magistrato può essere prorogato.
Il Codice Rosso prevede un inasprimento delle pene per reati di natura violenta, soprattutto se commessi davanti a minori (come effettivamente capitato nella lite Ramazzotti-Virzì). Si allungano poi i tempi per sporgere denuncia da parte della vittima che ha 12 mesi di tempo e non sei.
Tra i reati che consentono l’attivazione del Codice Rosso, figurano anche lesioni personali e “contro il coniuge, anche legalmente separato”.
Il Codice Rosso, inoltre, inserisce anche 4 nuovi reati:
- il delitto di diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti senza il consenso delle persone rappresentate (revenge porn)
- il reato di deformazione dell’aspetto della persona mediante lesioni permanenti al viso
- il reato di costrizione o induzione al matrimonio
- la violazione dei provvedimenti di allontanamento dalla casa familiare e del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa, sanzionato con la detenzione da sei mesi a tre anni.
I dubbi
Secondo l’avvocatessa Danila De Domenico, interpellata dal Corriere della Sera, però, c’è qualcosa che non torna.
“In realtà il codice rosso viene attivato in base al tipo di denuncia dalla polizia giudiziaria o dalla Procura, non può essere chiesta da una parte, è la polizia giudiziaria che comunica che il reato denunciato rientra nel novero di quelli del Codice Rosso, con l’attivazione di tutte le conseguenti misure ed adempimenti di legge“.
In sostanza, è tutto ancora da vedere.
Dopo le parole concilianti di Paolo Virzì, diramate attraverso una nota, non si pensava si potesse arrivare a questo:
“Desidero solo, in questo doloroso frangente, ribadire che Micaela Ramazzotti è stata per me una donna importantissima, la madre di due miei figli e un’attrice di straordinario talento, protagonista di film da me molto amati. Confido che troveremo tutti il modo di risolvere questo incidente“.
Tuttavia, il regista avrebbe certificato attraverso un referto del pronto soccorso, graffi e lesioni ricevute.
Ha spiegato, sempre in una nota, Micaela Ramazzotti:
“La figlia ha iniziato a riprendere la scena col cellulare e ad aggredirmi verbalmente. Il mio fidanzato si è interposto perché la situazione si stava scaldando, dato che il mio ex iniziava a minacciarmi e a insultarmi con parole come ‘m..da’, ‘fai schifo’. Così ho preso il telefono della figlia e l’ho lanciato per terra. Il mio ex marito cercava di aggredirmi e il mio fidanzato (Claudio Pallitto ndr) tentava di parare i colpi col suo braccio”
I PM ora valuteranno il da farsi. Al momento, come riferiscono le agenzie di stampa, il fascicolo di indagine è a modello 45, cioè senza indagati e ipotesi di reato.