Per la Storia lei stata Elisabetta di Baviera, Imperatrice d’Austria. Nella cultura popolare, però, e ricordata soprattutto come la Principessa Sissi. Una personalità, la sua, trasformata in personaggio dalle chiare sfumature romantiche e posto al centro di una narrazione sicuramente più fantasiosa rispetto alla realtà dei fatti. A contribuire alla trasformazione di Sissi in icona del suo tempo, dunque, non è stata solo la fama di spirito libero ed indomabile che la giovane donna ha dimostrato nella realtà, ma soprattutto il volto dolce di Romy Schneider, che ha portato il personaggio sul grande schermo in una trilogia diventata ormai storica. Nonostante tutto questo, però, Elisabetta di Baviera è stata una personalità ben più complessa della mitologia costruita intorno alla sua figura e, sicuramente, meno romantica.
Gli anni come Duchessa di Baviera
Elisabetta nasce a Monaco il il 24 dicembre 1837. È la quartogenita di una famiglia numerosa capeggiata dal padre Massimiliano e dalla moglie Ludovica. Questo vuol dire, dunque, che il suo titolo nobiliare non è quello di principessa bensì di Duchessa, stando al blasone della sua famiglia. A differenza di quanto il racconto popolare ha proposto, la sua infanzia non è stata particolarmente idilliaca. A rendere l’atmosfera casalinga tesa, infatti, è il rapporto tra i suoi genitori. La coppia non è assolutamente unita da un sentimento forte, come invece viene rappresenta nei film. A indebolirla, in particolare, sono i continui tradimenti di Massimiliano nei confronti di Ludovica.
Ciò che, invece, corrisponde a realtà, è lo stile informale con cui Elisabetta ed i suoi sei fratelli crescono. A tutti loro, infatti, è concessa una certa libertà dai rigidi formalismi dell’etichetta. Per questo motivo, dunque, Sissi cresce libera e completamente fuori dagli schemi rispetto le consuetudini dell’aristocrazia del tempo. Una condizione che sembra destinata a cambiare completamente quando, a soli 16 anni, accompagna la sorella maggiore all’incontro con l’Imperatore d’Austria Franz Joseph.
L’incontro della vita
La storia d’amore tra Franz Joseph e Sissi è sempre stato il centro della narrazione romantica costruita intorno al personaggio della giovane Imperatrice. Di fatto, il loro è stato un matrimonio d’amore che, però, per colpa di alcuni fattori esterni, non ha avuto la forza di crescere e durare. A rendere le cose più difficili, infatti, è stata la giovane età di lei, gli impegni politici dell’Imperatore e lo spirito libero e a tratti egoista della stessa Elisabetta. Ma andiamo con ordine.
Quando il 16 agosto 1853 la duchessa Ludovica e la sue due figlie arrivano a Ischl tutto questo sembra essere ancora molto lontano. Quasi impossibile. La prescelta per diventare la consorte dell’Imperatore, infatti, è Elena, la sorella maggiore. Fin dai primi incontri formali, però, è chiaro quanto Franz Joseph sia rimasto colpito dalla bellezza di Sissi. A testimonianza di questo c’è anche una lettera della stessa arciduchessa Sofia, madre dell’imperatore ad una delle sue sorelle.
“Era raggiante, e tu sai come il suo volto si illumina quando è contento di qualcosa. La cara piccina non aveva la minima idea dell’impressione da lei destata in Franz. Fino all’istante in cui la madre le parlò apertamente, Sissi era solo intimidita e intimorita dalla gente che le stava intorno“.
Per questo motivo, dunque, nonostante le resistenze della madre, che preferisce nettamente Elena, la scelta di Franz cade sulla giovane Elisabetta che, per alcuni giorni, continua ad essere ignara di tutto. Almeno fino a quando l’arciduchessa non le chiede la mano in vece di suo figlio, come vuole il protocollo. La risposta è affermativa e i due si sposeranno il 24 aprile 1854 nella Chiesa degli Agostiniani, dopo un lungo periodo di apprendimento da parte di Sissi riguardo la storia austriaca, le lingue parlate nell’impero e le usanze di corte.
Come nasce il diminutivo Sissi
Come anticipato, nella cultura popolare l’Imperatrice Elisabetta è conosciuta con il soprannome Sissi. Non tutti, però, conoscono le origini della sua provenienza. Questo, infatti, deriva dallo scambio epistolare con Franz Joseph durante il periodo di fidanzamento. La giovane, infatti, era solita firmarsi come Lizi ma questo viene male interpretato dall’Imperatore che lo legge Sisi. Da qui, dunque, proviene il nome che definirà per sempre, nella narrazione romantica e non solo, l’Imperatrice d’Austria.
Altri elementi, però, hanno tratteggiato la sua complessa personalità. Il primo è sicuramente l’ossessione per l’aspetto fisico. Elisabetta, infatti, è passata alla storia anche per essere stata una donna particolarmente avvenente. Un aspetto che curava in modo maniacale. Si dice, infatti, che impiegasse ben tre ore, tutte le mattine, alla cura della sua lunga capigliatura. Per non parlare della forma fisica cui prestava un’attenzione ossessiva. Nel palazzo di Hofburg, al centro di Vienna, aveva fatto installare degli attrezzi ginnici ed andava a cavallo tutte le volte che poteva. Per finire, poi, si pesava tre volte al giorno per timore d’ingrassare e assumeva una dieta assolutamente particolare. Per quanto riguarda la carne, ad esempio, rifiutava assolutamente di mangiarla ma assumeva solamente i succhi naturale derivati dalla cottura.
Elisabetta e la maternità
Sissi ebbe quattro figli, Sofia, Gisella, Rodolfo e Maria Valentina. Per lei, però, la maternità ha rappresentato sempre una questione piuttosto difficile. Il 5 marzo 1855 nasce Sofia, la primogenita, che subito viene posta sotto le cure dell’arciduchessa. Da parte sua Elisabetta cerca di lottare con la suocera per ottenere il diritto ad occuparsi della figlia, senza troppo successo e appoggio dal marito. Nonostante questo, però, riesce a portare con sé la piccola nel viaggio in Italia nell’inverno tra il 1856 e il 1857. Una decisione che apre la possibilità ad un altro spostamento, quello in Ungheria dove la bellezza dell’Imperatrice riesce a scaldare lentamente gli animi di un popolo oppresso, ma che sarà anche il teatro di un primo evento tragico.
Qui, infatti, la piccola Sofia si ammala gravemente. Alla giovane imperatrice non rimane che vegliare per undici ore sua figlia per poi vederla morire senza alcun rimedio. Da quel momento s’incolperà per la scomparsa prematura della bambina tanto da affidare gli altri suoi figli alle cure della suocera senza battere ciglio.
La malattia e l’assassinio
Questo evento cambia nettamente il corso della vita di Sissi. Da quel momento, infatti, cade in stati depressivi sempre più profondi, amplificando ancora di più la sua ossessione per l’aspetto fisico. La salute, dunque, comincia a mostrare i primi campanelli d’allarme. Febbri improvvise e senza alcuna giustificazione la debilitano e nemmeno la nascita di Rodolfo le solleva l’animo.
Nel 1860 arriva la crisi più grande. La salute dell’imperatrice subisce un tracollo, dovuto a numerose crisi nervose e cure dimagranti. Il dottor Škoda, specialista in malattie polmonari, consiglia una cura presso un paese dal clima caldo: a suo parere la sovrana non sarebbe riuscita a superare l’inverno a Vienna. Viene così consigliata Madeira, forse su desiderio della stessa Elisabetta. L’arcipelago portoghese, infatti, non è un luogo rinomato per la cura di malattie polmonari, come lo è ad esempio Merano.
La corte viennese non comprende i motivi della partenza della sovrana e s’indigna. Nel resto del mondo, invece, la reazione è diversa. La regina Vittoria, ad esempio, mette a disposizione di Elisabetta il suo panfilo privato. Ma da cosa erano causati effettivamente i disturbi fisici di Sissi? Nelle documentazioni ufficiali dei medici come nelle lettere dell’arciduchessa Sofia è praticamente impossibile trovare chiarezza.
Sulla condizione dell’imperatrice si fanno solo dei vaghi accenni. Nel corso del tempo, dunque, gli storici hanno ipotizzato alcuni diversi scenari. Uno di questi è quello teorizzato da Brigitte Hamann. Secondo la sua opinione, Elisabetta soffriva di un disturbo psichico, una forma di anoressia nervosa, la quale comporta irrequietezza, rifiuto del cibo e del sesso. Ciò potrebbe anche spiegare il fatto che sembrasse riprendersi non appena si allontanava da Vienna e dall’imperatore che aveva iniziato a tradirla.
Le tragedie personali, poi, non hanno certo risparmiato la vita di Elisabetta e non l’hanno alleggerita. Una di queste è stata la morte del figlio Rodolfo avvenuta nel 1889 insieme all’amante, la baronessa Maria Vetsera. I due sono i protagonisti di quella che viene ricordata come la tragedia di Mayerling, dopo che i loro corpi vengono trovati senza vita a causa di un doppio suicidio.
Da quel momento, dunque, Elisabetta decide di vestirsi esclusivamente di nero a dimostrazione di un lutto perenne. Per superare il dolore, poi, inizia a viaggiare incessantemente per tutta Europa. Ed è proprio in uno di questi viaggi che incontra la morte, Nel settembre 1898, si trova a Ginevra quando viene assassinata dall’anarchico italiano Luigi Lucheni. Questo la pugnala al petto con un solo colpo preciso mentre l’Imperatrice sta per prendere un traghetto. All’inizio sembra non essere successo nulla di grave.
Ma, una volta a bordo, Sissi si accascia e sviene. Portata immediatamente in albergo, sono inutili tentativi di rianimarla. La lima, infatti, ha trafitto il ventricolo sinistro facendo morire Elisabetta a causa di una emorragia interna. La sua scomparsa tragica, però, non ha fatto altro che alimentare ancora di più il racconto di una vita indubbiamente straordinaria e di una personalità che attende ancora di essere narrata in tutta la sua complessità.