All’anagrafe Lino Banfi si chiama Pasquale Zagaria. Questo vuol dire che, all’inizio della sua carriera, ha deciso di utilizzare uno pseudonimo. Una consuetudine del tutto normale per il mondo dello spettacolo e, soprattutto, per gli anni in cui l’attore ha iniziato a muovere i primi passi. La “nascita” di Lino Banfi, però, ha dei natali importanti visto che a benedirla è stata niente meno che Totò.
Durante un loro incontro, infatti, è proprio il principe De Curtis a rivelare un piccolo ma fondamentale segreto al giovane Pasquale: un nome breve è essenziale per farsi ricordare dal pubblico, portando anche fortuna. Questione del tutto diversa, invece. Per i cognomi. Questi, infatti, non debbono mai essere accorciati se non si vuole incorrere nella mala sorte. Ecco, dunque, che il diminutivo Lino viene approvato.
Ma cosa fare per il cognome? In questo caso entra in gioco il suo impresario. Questo decide di affidarsi alla sorte e sceglie il primo nominativo presente sul registro di classe dei suoi alunni, essendo anche un maestro elementare. Il prescelto dal caso, dunque, è stato Aureliano Banfi e, in qualche modo, a lui l’attore pugliese deve una parte della sua identità professionale.
Ecco, dunque, l’origine di un nome che accompagna artisticamente Pasquale Zagaria da molti decenni e che lo ha fatto entrare nel cuore degli spettatori. Uno pseudonimo che, ad un certo punto, ha dovuto lasciare il passo alla personalità di un personaggio interpretato per molti anni. Dopo il successo di pubblico della fiction Un medico in famiglia, infatti, Lino Banfi per molti è diventato nonno Libero, vestendo così un altro nome che, a quanto pare, porta con molto orgoglio.