Nell’attimo esatto in cui abbiamo visto la foto di Donald Trump col volto insanguinato e il pugno in aria, mentre veniva sorretto dagli agenti della sicurezza, abbiamo capito che si trattasse di uno scatto storico. La foto è di Evan Vucci, il responsabile di AP Image, il dipartimento fotografico della prestigiosa agenzia di stampa americana Associated Press.
Lo scatto è diventato virale in poche ore. Tanto che in Cina sarebbe stato già stampato sulle magliette. Evan Vucci vinse il Premio Pulitzer, insieme ad altri colleghi della AP, per i servizi fotografici fatti durante le proteste seguite alla morte di George Floyd, l’afroamericano ucciso dagli agenti a Minneapolis nel maggio del 2020.
Altro scatto memorabile dalla convulsa giornata dell’attentato a Trump è quello di Doug Mills del New York Times che ha addirittura immortalato il proiettile diretto verso il tycoon. Anche in questo caso, un capolavoro. Mills ha vinto due Pulitzer nella sua carriera. E avendo seguito molti eventi sportivi sa come catturare i corpi in movimento, senza sacrificare la limpidezza delle immagini.
Nel caso specifico, è entrato in gioco anche l’elemento fortuna. Che tuttavia, come diceva Truffaut, dobbiamo meritarci. Quindi non è in dubbio la grandezza del fotografo. Anzi, pare che, in un trionfo di umiltà e incredulità, abbia consultato un esperto di balistica, assieme ai responsabili del NYT per capire se fosse tutto vero (o tecnicamente possibile).
Terza e ultima foto, non in ordine d’importanza, è quella di Anna Moneymaker di Getty Images che ha colto il momento esatto in cui Donald Trump era a terra, sanguinante, circondato dalla security. Un’immagine potente che cattura un momento di fragilità del politico e dell’uomo. Il quale subito dopo si rialza urlando “Fight!”. Pochi secondi prima, però, aveva solo paura di morire.