San Pio da Pietralcina è uno dei santi italiani più venerati. La sua vita è stata protagonista di alcune fiction televisive (una con Sergio Castellitto per Mediaset, un’altra con Michele Placido per la Rai, entrambe del 2000) e ora anche di un film, attualmente nelle sale italiane, diretto da Abel Ferrara e interpretato da Shia LaBeouf.
Francesco Forgione, questo il suo nome prima di diventare frate cappuccino, nasce a Pietrelcina, vicino a Benevento il 25 maggio 1887. Vive però per oltre 50 anni a San Giovanni Rotondo dove nel 1910 diventa sacerdote. Un evento miracoloso, la comparsa delle stimmate, ovvero i segni del martirio di Gesù, il 20 settembre 1918, rendono il frate immediatamente noto. Lui stesso racconta in una lettera al suo direttore spirituale di essere stato sorpreso da “un dolce sonno”, subito dopo aver servito messa. Al risveglio, mani e piedi grondano sangue.
Sempre più persone si rivolgono a lui e lo venerano e questo provoca più di qualche sospetto nella Chiesa che lo ritiene un impostore. Ecco ciò che dice padre Agostino Gemelli, medico e psicologo, incaricato dalla Curia di Roma di verificare lo stato delle ferite di Pio:
“È un bluff… Padre Pio ha tutte le caratteristiche somatiche dell’isterico e dello psicopatico… Quindi, le ferite che ha sul corpo… Fasulle… Frutto di un’azione patologica morbosa… Un ammalato si procura le lesioni da sé… Si tratta di piaghe, con carattere distruttivo dei tessuti… tipico della patologia isterica“.
A questo si uniscono anche voci sulla costante presenza di donne al fianco di Padre Pio, come scritto nel libro di Mario Guarino del 1999, Beato impostore (poi Santo impostore). A partire dal 1922, dunque, il Sant’Uffizio gli impone misure restrittive, ad esempio la limitazione del contatto con i fedeli e la durata delle messe. E si riferisce nei confronti del cappuccino con la formula “non constat de supernaturalitate”, ovvero non c’è alcuna certezza di sovrannaturalità. Le restrizioni sono revocate solo nel 1933 da Papa Pio XI.
Negli anni gli si attribuiscono numerosi poteri, come la bilocazione, la profezia e la capacità di leggere le menti e il profumo di violette emanato. Con i soldi arrivati dalle e dai fedeli fa costruire l’ospedale “Casa Sollievo della Sofferenza”, inaugurato nel 1956. Muore nel 1968, lasciando i beni della Casa Sollievo alla Santa Sede.
Il processo di canonizzazione inizia nel 1983 e si conclude con la proclamazione della sua santità nel 2002, grazie anche a un miracolo accertato: la guarigione inspiegabile di un bambino, Matteo Pio Colella, colpito da una meningite fulminante. La sua salma è ora nella nuova chiesa progettata da Renzo Piano nel 2010, è permanentemente esposta alla venerazione dei fedeli.