Jane Austen è, senza ombra di dubbio, l‘autrice più famosa del XIX secolo. Un successo che ottiene in modo conclamato postumo ma che, non le viene negato nemmeno durante la sua breve esistenza. Un fatto, questo, eccezionale, considerando che non erano certo molte le donne intente alla scrittura e soprattutto quelle che potevano vantare l’ambizione di sostenersi attraverso questa. Il potere degli scritti della Austen, però, è straordinario . A colpire ancora oggi è il suo evidente senso dell’ironia, l’attenzione per i particolari ambientali e caratteriale e, soprattutto, quello sguardo moderno e sagace in grado d’interprete le consuetudini del suo mondo, quello Regency, con assoluto sarcasmo. Tutti elementi che vanno a fare da corollario alla sua visione romantica della vita.
Perché, di fatto, Jane Austen ha creduto assolutamente nel lieto fine e nel potere dell’amore per ottenerlo. Anche se la sua vita sembra essere stata privata proprio di questo aspetto. L’autrice, infatti, non si sposerà mai. Questo non vuol dire, però, che non abbia amato.
La storia d’amore con Tom Lefroy
Nonostante si sappia veramente poco sulla vita privata della scrittrice, morta prematuramente a soli 41 anni, si presuppone con certezza che ci sia stato un corteggiamento tra lei e Tom Lefroy. Tutto accade durante le feste di Natale del 1795. I due si conoscono a Steventon. Tom, coetaneo di Jane, è ospite degli zii, George e Anne Lefroy, a Ashe, un paesino vicino a Steventon. A testimoniare il flirt nato tra i due sono proprio due lettere che la giovane invia alla sorella Cassandra, la sua più grande confidente per il resto della vita. Ecco un estratto che non lascia alcun dubbio sulla natura dei loro rapporti.
Mi fai tanti di quei rimproveri nella bella e lunga lettera che ho ricevuto in questo momento, che ho quasi paura di dirti come ci siamo comportati io e il mio amico irlandese. Immaginati le cose più dissolute e scandalose nel modo di ballare e di sederci vicini. Tuttavia, potrò espormi solo un’altra volta, perché lui lascerà il paese subito dopo il prossimo venerdì; il giorno in cui, dopotutto, ci sarà un ballo ad Ashe. Un giovanotto piacevole, attraente e con modi davvero signorili, te l’assicuro. Ma sul fatto di esserci mai incontrati, salvo che negli ultimi tre balli, non posso dire molto.
Tom Lefroy, comunque, farà ritorno a Londra poco dopo una settimana ed i due non si rivedranno mai più. Una storia, dunque, terminata sul nascere, probabilmente, per la condizione economica precaria di Jane. In molti, però, amano pensare che questo amore non sia mai stato dimenticato dal ragazzo. A dimostrarlo, forse, il nome dato alla sua prima figlia, Jane. Un omaggio a quella ragazza sagace conosciuta anni prima o solamente un riferimento alla madre di lui? Non lo sapremo mai.
Il fidanzamento durato solo un giorno
Tom Lefroy, però, non è stato il solo corteggiatore di Jane Austen. Sembra, infatti, che Harris Bigg – Wither chiese la sua mano nel 1802. In quel periodo lei e la sorella Cassandra vivevamo proprio a casa della famiglia Bigg. Inizialmente la proposta viene accettata dalla Austen ma non per molto. Si racconta, infatti, che dopo una lunga notte insonne, il giorno successivo decise di annullare qualsiasi promessa.
In questo modo, dunque, ha dato vita ad uno dei fidanzamenti più brevi della storia. D’altronde Jane era perfettamente consapevole che, per lei, il matrimonio poteva essere essenzialmente un fattore economico, visto la precaria condizione in cui viveva. Nonostante questo, però, ha sempre preferito perseguire l’amore. Almeno nelle pagine dei suoi romanzi.