Il 19 luglio 1980 si tenne a Mosca la cerimonia d’apertura dei Giochi della XXII Olimpiade. Ma quella passerà alla Storia come l’Olimpiade a metà. Questo perché gli U.S.A. non parteciparono, assieme ad altre nazioni, in opposizione all’invasione sovietica dell’Afghanistan.
Nel marzo dello stesso anni, il presidente americano Jimmy Carter annunciò, davanti a una delegazione di atleti presenti alla Casa Bianca che gli States non avrebbero partecipato ai Giochi Olimpici in programma dal 19 luglio al 3 agosto a Mosca. Questo come risposta, appunto, all’entrata di truppe russe in Afghanistan, dal 25 dicembre del 1979. Una mossa letta dalla Casa Bianca come tentativo di mettere sotto controllo la produzione di petrolio in Afghanistan.
Prima di arrivare alla decisione annunciata a marzo, Carter pose un ultimatum ai sovietici, intimandogli di lasciare il paese entro febbraio. Disattesa la richiesta, la decisione, grave, di non partecipare ai Giochi.
“In questo momento non posso dire quali altre nazioni non parteciperanno, ma i nostri atleti non andranno. Lo dico in maniera inequivocabile: la decisione è stata presa. Il popolo americano crede che non dovremmo andare… il Congresso ha votato in maniera schiacciante, quasi all’unanimità, ed è una cosa molto rara, che non dobbiamo partecipare. E posso dire che molti dei nostri maggiori alleati, in particolare quei paesi democratici che credono nella libertà, non andranno“.
In un primo momento, il Comitato Olimpico statunitense (USOC), era contrario all’idea, convinto che battere i sovietici sul loro terreno (come successo tra le nazionali di hockey su ghiaccio) fosse più efficace. Poi, approvò la scelta. Più difficile, però, fu spingere altre nazioni a a seguirla. In 65 aderirono alla mossa degli U.S.A. e tra questi paesi c’erano alcuni pezzi grossi come Canada, Germania Ovest, Norvegia, Giappone, Corea del Sud, Cile, Argentina, Israele e Cina. La Liberia decise per il boicottaggio solo dopo aver partecipato alla cerimonia d’apertura. Anche le nazioni arabe non parteciparono.
Altri 15 paesi decisero invece di partecipare sotto la bandiera olimpica e non nazionale per protestare contro l’invasione dell’Afghanistan. Tra questi, l’Italia che portò a casa due storici ori con Sara Simeoni nel salto in altro e Pietro Mennea nei 200 metri. 4 anni più tardi si sarebbero celebrati i Giochi Olimpici di Los Angeles. Mosca e 13 paesi alleati non vi parteciparono.