Sta tornando di moda o forse non ha mai smesso di esserlo, il movimento MAGA, acronimo che sta per Make America Great Again, ovvero Rendiamo l’America di nuovo grande. Si tratta di uno slogan utilizzato tra i repubblicani, in particolare da Donald Trump che ha fatto suo il motto nella campagna elettorale presidenziale del 2016. E, ancora oggi, lo sta cavalcando, dando al MAGA quasi identità di gruppo a sé.
In principio fu Ronald Reagan a usare un motto simile, Let’s Make America Great Again, nella sua campagna presidenziale del 1980. Sappiamo tutti come finì, con l’elezione a Capo della Casa Bianca di un ex attore di Hollywood. La frase piacque a tal punto da spingere anche Bill Clinton a usarla nei discorsi durante la sua campagna presidenziale del 1992. Cedendola, per così dire, alla moglie Hillary per uno spot radiofonico durante la campagna elettorale 2008.
MAGA nasce come sostegno per tutti quegli americani che si sono sentiti traditi dalle élite di “destra” e “sinistra”. Le quali non hanno protetto a dovere l’economia a stelle e strisce in favore della globalizzazione. Oggi, dopo il primo ciclone Trump, la questione si è ulteriormente rafforzata.
Ma cosa vogliono in sintesi gli esponenti dei neo MAGA del ticket Trump/Vance?
Tra i punti all’ordine del giorno, la riduzione dell’immigrazione a qualsiasi costo. La difesa assoluta dei confini americani e dell’economia americana. Idee difese con estrema faziosità e a volte con prese di posizione omofobiche, sessiste, razziste e incitanti alla violenza.
Il movimento MAGA è noto anche per avere un rapporto antagonistico con i principali mezzi di informazione, che ritiene siano prevenuti. Questa convinzione ha portato a una permeabilità nei confronti di false notizie e teorie di cospirazione inverosimili diffuse dai media che supportano il MAGA e ripetute dai leader del MAGA.
Qualche esempio di bufala MAGA? Che Barack Obama non fosse un cittadino americano nativo, che le politiche di immigrazione dei democratici mirano a sostituire gli americani bianchi con immigrati non bianchi. E, dulcis in fundo, che le elezioni presidenziali del 2020 fossero state rubate a Trump. Motivo che poi portò all’attacco del Campidoglio a Washington il 6 gennaio 2021.
Il movimento, inoltre, ha una matrice religiosa molto forte. Non è un caso che Trump abbia più volte ribadito di essersi salvato dall’attentato di sette giorni fa perché Dio era dalla sua parte. I nuovi MAGA dunque hanno forte l’idea che Dio abbia fatto l’America per redimere il mondo dai suoi peccati.
Sono per lo più anti abortisti. E vorrebbero la pena di morte per chi favorisce l’interruzione di gravidanza.
Il movimento MAGA, dunque, si sviluppa dall’idea che un tempo gli USA fossero una grande nazione, ma che hanno perso questo status a causa dell’influenza straniera. Sia interna, con l’immigrazione e il multiculturalismo. Che esterna (leggasi globalizzazione). Cosa fare per sovvertire la tendenza? Mettere l’America first, ossia l’America al primo posto.
Perché funziona tanto? Perché punta su un’idea ben precisa che è quella di far tornare a essere l’America un faro di civiltà nel mondo. Attribuendole, in qualche modo, una leadership assoluta.
Ecco spiegato l’appeal dello slogan per elettrici ed elettori. Durante l’ultima convention repubblicana a Milwaukee, quella in cui Trump ha formalmente accettato la candidatura alle prossime presidenziali del 5 novembre, la parola MAGA è comparsa su cappelli e maglie. A testimonianza che l’idea dietro MAGA non sia mai sopita del tutto.