Il Presidente in carica Joe Biden ha deciso di fare un passo indietro e non candidarsi per un nuovo mandato alla Casa Bianca. Una decisione attesa e che, in qualche modo ricalca un evento già avvenuto in passato, sciogliendo non poche tensioni che si sarebbero create all’interno dei Dem.
Il caso, in particolare, risale al 1968. In quel momento Lyndon B. Johnson è il Presidente degli Stati Uniti da quando, nel 1963, Kennedy viene assassinato a Dallas. L’anno successivo era riuscito a vincere le nuove elezioni in un tentativo estremo, da parte del paese, di trovar stabilità dopo lo shock subito a causa della morte di JFK. Nonostante questo, però, Johnson non è mai riuscito ad essere particolarmente amato.
Gli americani, infatti, lo hanno sempre visto come una sorta di “usurpatore”, arrivato a “cacciare” dalla Casa Bianca la famiglia più amata d’America. A questo, poi, si aggiungono anche le tensioni sociali causate dal suo intervento bellico in Vietnam. Consapevole, dunque, di andare incontro ad un probabilmente fallimento, Johnson decide di ritirarsi dalla scena politica e lasciare ad altri il compito di guidare il paese.
Robert Kennedy e il sogno infranto
In quel momento particolarmente delicato, soprattutto per le proteste studentesche e i movimenti per i diritti civili, Robert Kennedy sembra rappresentare l’alternativa ideale. Giovane, con una grande esperienza alle spalle, capace d’interpretare la visione di un’intera generazione e, soprattutto, forte del legame affettivo con il fratello John, inizia a correre per le primarie ottenendo consensi importanti.
Il suo percorso, però, viene interrotto drammaticamente il 6 giugno del 1968 per mano Sirhan Sirhan, giordano di origine palestinese che voleva fargli pagare il sostegno dato a Israele nei conflitti in corso in Medio Oriente. La storia ha riportato in modo dettagliato quanto accaduto nella sala dell’hotel Ambassador la sera del 5 giugno, dopo la vittoria riportata in California. Quello che, però, non potrà mai essere raccontato in modo esaustivo è il senso di sconfitta sentito dalle fasce più giovani della popolazione. Tra queste anche molti afro americani che, dopo l’assassinio di Martin Luther King, avvenuto poco meno di due mesi prima, vedevano in Bob Kennedy una speranza.
Da quel sogno infranto, dunque, l’America si è svegliata con un Presidente rinunciatario, un candidato, Hubert Humphrey , poco incisivo e incapace di contrastare Richard Nixon. Questo, infatti, dopo la sconfitta subita per mano di Kennedy nel 1960, riesce ad ottenere la Casa Bianca. In sostanza si tratta dell’epilogo drammatico e poco onorevole di un lungo incubo iniziato proprio a Dallas il 22 novembre 1963.