Giardini creati appositamente per essere un ambiente confortevole per api e agenti impollinatori. Quadri giganti che si possono esplorare per capire come un’ape vede il mondo. Le opere dell’artista inglese Alexandra Daisy Ginsberg si posizionano a metà strada tra arte e biologia. E per questo rappresentano qualcosa di unico. Britannica di origini sudafricane Ginsberg da sempre esplora il rapporto tra umani, tecnologia e natura. Spesso utilizzando l’intelligenza artificiale e la biologia sintetica per le sue opere. La più importante delle quali è il progetto Pollinator Pathmaker.
Perché Ginsberg ha voluto “rompere” il confine tra animale e uomo, regalando agli umani una nuova prospettiva? Lo ha raccontato lei stessa:
“Il mondo non è uguale per tutti e che il mondo che vediamo come umani è solo una versione. Non possiamo nemmeno immaginare come il mondo appaia agli insetti. Questo ha aperto tutte queste domande sulla coscienza, la sensibilità e le specie“.
Ginsberg ha studiato nel tempo e ha scoperto che le api vedono la carica elettrica dei fiori, ne percepiscono il profumo a chilometri di distanza, ne memorizzano la presenza. Esse non vedono il rosso, ma vedono la luce ultravioletta che gli umani non possono vedere, con i loro cinque occhi. Altri insetti, poi, sono dotati di una percezione del colore a 15 dimensioni. Insomma, qualcosa che va oltre le nostre capacità. Una ricchezza che però può essere un grande insegnamento.
Il progetto nasce nella primavera del 2020 quando all’artista britannica è stata commissionata una scultura per rendere omaggio alle api e a tutte le creature che fanno parte degli impollinatori. Così, invece di creare un’opera d’arte su di loro, Ginsberg ha deciso di farne una per loro. Un piccolo ma significativo cambio di rotta. Ha iniziato, dunque, una serie di ricerche per capire come questi insetti vedessero la realtà, cercando di comprendere quali fossero le cose che amassero di più. Nacque così la prima edizione di Pollinator Pathmaker, un’installazione permanente di giardini all’Eden Project, in Cornovaglia, inaugurata nel 2021 come parte del progetto Create a Buzz.
Nel 2022 Ginsberg ha aggiunto 11 aiuole meandriformi a Kensington Gardens, a Londra. E nel 2023 un giardino nel cortile del Museo di Storia Naturale di Berlino, seguito da 15 giardini comunitari intorno alla città tedesca.
All’occhio umano tutta questa meraviglia appare semplicemente come un capolavoro d’ingegneria botanica, ma c’è molto di più. Ogni installazione è progettata, fin nel più piccolo dettaglio, per piacere a tutti gli animali impollinatori (uccelli, pipistrelli, falene, vespe e scarafaggi).
Lavorando con scienziati, orticoltori e Google, Ginsberg ha così scoperto che ogni agente impollinatore ha esigenze specifiche. Così, ha sviluppato l’algoritmo altruistico con il fisico della teoria delle stringhe Przemek Witaszcyk per supportare il massimo numero possibile di specie di impollinatori. In sostanza ha creato le condizioni specifiche per far sì che ogni insetto si trovasse a casa tra piante e fiori. Senza competere con gli altri.
Poi, è arrivato un ulteriore cambio di passo. Ginsberg ha realizzato centinaia di dipinti di piante, da esplorare anche sullo schermo in 3D, da ingrandire a piacimento per avere la stessa visione degli impollinatori. Forse in questo modo potremmo comprendere davvero quanto siano importanti le api non solo per i raccolti, ma per la sopravvivenza umana.