Nel 2015 Steven Spielberg si lascia ispirare da una storia vera ambientata nel pieno della guerra fredda per dirigere il suo Il ponte delle spie. Al centro della vicenda, infatti, c’è l’arresto, il processo e la condanna della spia sovietica Rudol’f Abel’.
Tutto accade il 21 giugno 1957 quando Rudol’f viene fermato negli Stati Uniti e condannato a trent’anni di carcere. Nonostante questo, però, ne sconterà solamente quattro. Ma chi è effettivamente quest’uomo? Si tratta di un personaggio molto importante all’interno del mondo spionistico sovietico. Lo dimostra, ad esempio, il fatto che il governo russo ha proposto uno scambio con Francis Gary Powers, il pilota del Lockheed U-2 abbattuto nel 1960.
Un accordo concluso e che, proprio nel film, ha guadagnato l’onore di una delle scene più importanti del film. Questa, nello specifico, immortala il momento proprio sul ponte di Glienicke a pochi chilometri da Berlino, denominato per questo motivo Il ponte delle spie. Una volta tornato in Unione Sovietica, poi, Abel è stato celebrato come un eroe. Il governo, infatti, gli attribuisce l’Ordine di Lenin ed ottiene un posto come insegnante alla scuola ufficiali del KGB.
Il film diretto da Spielberg affida questa storia particolare e quasi irreale all’interpretazione di Tom Hanks e Mark Rylance. Il primo interpreta l’avvocato di New York James Donovan, il secondo la spia incriminata. Lo studio per cui lavora Donovan spinge affinché ottenga un verdetto a sfavore del cliente. Nonostante questa pressione, però, l’avvocato non cede e decide di seguire la propria etica ottenendo un processo equo. Oltre a questo, poi, i loro rapporti diventano personali ed i due uomini, nonostante le rispettive differenze, diventano amici. Un rapporto, il loro, che spinge l’avvocato a seguire ed organizzare anche lo scambio sul famoso ponte delle spie.