Intellettuale, scrittrice, filosofa e figlia d’arte. Tutte queste caratteristiche vanno a definire la personalità di Mary Shelley che, nell’ambito letterario viene ricordata per aver dato vita al suo Frankenstein ed aver definito i canoni del genere horror. La sua propensione alla scrittura e al pensiero, però, non è certo un caso. Mary, infatti, cresce all’interno di una famiglia in cui l’aspetto intellettuale si muove in modo trasversale attraverso tutti i suoi componenti. Siano essi uomini o donne. Il padre, William Godwin, è un politico e filosofo. La madre, Mary Wollstonecraft, è una delle prime scrittrici femministe, nota per aver firmato la storica Rivendicazione dei Diritti delle Donne del 1792. La donna muore dieci giorni dopo la nascita di Mary ma, nonostante questo, la sua influenza si farà sentire per tutta la vita come un esempio da seguire.
Crescere nell’arte
In questo senso, dunque, gli anni infantili e adolescenziali di Mary sono caratterizzati da un ambiente letterario piuttosto fervente e stimolante. Il salotto di famiglia, infatti, è popolato da personalità dell’epoca e da scrittori come William Wordsworth e Samuel Taylor Coleridge. Nel 1814, in questo ambito, incontra un poeta d’ispirazione romantica. Si tratta di Percy Bysshe Shelley, ammiratore di suo padre e destinato a diventare il grande amore della giovane Mary. Il rapporto tra i due, però, è contrastato dal padre di lei. Shelley, infatti, è già unito in matrimonio con un’altra donna ed ha due figli.
Nonostante questo, però, la coppia decide di lasciare l’Inghilterra per cercare una possibilità di vita meno contrastata. Per questo, dunque, si trasferiscono prima in Francia e poi in Svizzera. Le difficoltà economiche, però, li costringono a ritornare suoi loro passi, trovandosi isolati e criticati.
La nascita di Frankenstein
La situazione è destinata cambiare nuovamente. I due, infatti, decidono di tornare in Svizzera. Questa volta, però, insieme a loro ci sono la sorellastra di Mary e il suo compagno, il famoso Lord Byron. Insieme affittano una casa sul lago di Ginevra e qui, durante una giornata piovosa nasce effettivamente la prima idea di Frankenstein.
Per trascorrere il tempo, infatti, il gruppo decide di dedicarsi alla stesura di un racconto horror, basandosi sui racconti di fantasmi tanto cari all’amico John Polidori. In questa occasione, dunque, Mary definisce la struttura del romanzo che l’avrebbe resa nota, anche se per la stesura definitiva si deve attendere il 1818. In quell’anno, infatti, Frankenstein esce in forma anonima e immediatamente viene salutato come un vero e proprio modello per tutta la letteratura gotica futura.
Il successo e gli ultimi anni
La nascita della sua creatura coincide anche con un periodo personale particolarmente sereno per la Shelley. Rimasto vedovo, infatti, Percy la sposa e si sposta insieme a lei in Italia. Ad affascinarli, ovviamente, sono le grandi città come Napoli, Roma e Firenze. Anzi, proprio qui, la coppia accoglie l’arrivo di un figlio chiamato Percy Florence. Una serenità, però, destinata a finire nel 1822 con la morte prematura del marito. Shelley, infatti, scompare in mare a causa di una tempesta.
Da quel momento Mary, dopo un primo sconforto, si dedicherà esclusivamente al figlio e alle sue opere. Questo fino al giorno della sua morte, nel 1851 a soli cinquantatré anni. Un’esistenza breve, la sua, ma assolutamente votata all’avventura e alla letteratura, la compagna fedele che le ha concesso l’immortalità.