La Giornata Mondiale contro la Pena di morte si festeggia il 10 ottobre perché in questo giorno, nel 2007, anno in cui inizia la celebrazione, venne votata la prima moratoria, proposta proprio dall’Italia, per sospendere l’applicazione della pena capitale in tutti i Paesi membri delle Nazioni Unite. Vi aderirono 99 Stati, che con il passare del tempo sono aumentati a 125.
La pena di morte, detta anche pena capitale, è una sanzione che punisce il colpevole di un reato con la morte. Attualmente, è stata abolita, o non è applicata nella maggioranza degli Stati del mondo. Tuttavia, sono ancora 53 i paesi dov’è in vigore. Tra questi, Corea del Nord, Cuba e Stati Uniti d’America. In questo caso, va detto la pena di morte non è applicata in tutta l’Unione, ma solo in 12 Stati.
I reati puniti con la morte variano a seconda delle nazioni. Tra questi reati rientrano omicidio, stupro, spionaggio. In alcuni casi, anche la blasfemia, l’omosessualità e l’adulterio. Tra i metodi utilizzati per applicare la condanna, ci sono fucilazione e iniezione letale, ovvero la somministrazione di un cocktail di farmaci tossici. Poi, l’impiccagione. In Arabia Saudita, invece, il metodo più usato è la decapitazione con la spada.
L’Italia abolì la pena di morte nel 1889 con il Codice Zanardelli, lasciandola attiva solo nell’ambito della giustizia militare. Reintrodotta durante il ventennio fascista, fu definitivamente abolita pochi mesi dopo dalla promulgazione della Costituzione, entrata in vigore il primo gennaio 1948.