Malèna di Giuseppe Tornatore finisce con la voce fuori campo del protagonista Renato, ormai vecchio, che, guardando passare Malèna, ormai sfiorita, racconta di come sia stata l’unica donna che non abbia mai dimenticato.
Diretto da Giuseppe Tornatore con una splendida Monica Bellucci, Malèna è un dramma storico ambientato in un immaginario paese della Sicilia, durante gli anni della Seconda Guerra Mondiale. A Castelcutò, la bellissima Maddalena, detta Malèna, sposata con Nino, è la donna più bella e desiderata dagli uomini. Tra questi, c’è anche il ragazzino Renato che vive quasi un’ossessione per lei, presente in ogni sua fantasia erotica. Temuta dalle mogli, agognata dai mariti, Malèna vive sulla propria pelle la disperazione quando, una volta iniziata la guerra, perde il marito sul fronte africano. duramente punito dai familiari.
Ormai sola, è continua vittima di pettegolezzi che la portano ad avere anche la riprovazione del padre, insegnante del paese e deciso a tagliare i ponti con la figlia. Malèna intreccia una relazione, molto fatua, col tenente Cadei. E subisce una causa intentata dalla moglie del dentista, vincendola. Tuttavia, subisce lo stupro da parte del suo avvocato.
Alla morte del padre, sotto un bombardamento, la donna decide di prostituirsi per poter sopravvivere. Tinge i capelli di rosso e diventa in breve tempo la più famosa mondana della città. Il giovane Renato continua a venerarla da lontano, disperato per la piega che hanno preso gli eventi. Egli stesso, ossessionato dal pensiero di Malèna, dà di matto, spingendo la madre a chiedere un esorcismo. Più prosaicamente, il padre lo porta in un bordello, dove il ragazzino ha il primo rapporto sessuale della vita.
Con l’invasione dei tedeschi, la situazione di Malèna si fa sempre più difficile. Viene infatti accusata di collaborazionismo con i nazisti e per questo linciata pubblicamente. A questo punto, scappa a Messina nel tentativo di rifarsi una vita. Quando Nino torna al paese – non era mai morto – l’uomo cerca tracce della moglie che però non c’è. Schernito dai fascisti, viene contattato da Renato che gli racconta una pietosa bugia. Ovvero che la moglie, innamoratissima di lui e disperata per la sua morte, sia fuggita. Si ricongiunge allora con lei.
A un anno dagli eventi, la coppia torna a Castelcutò. Passeggiano per la piazza centrale tra gli sguardi indagatori dei paesani. Malèna ha lo sguardo basso, ma mantiene una grande dignità. Tempo dopo, mentre va a fare la spesa al mercato, perde per strada la frutta. Renato si offre di aiutarla e le augura buona fortuna. Finalmente, riesce a parlarle. Forse per l’ultima volta.