Alessandro Barbero, lo storico più amato d’Italia, ha avviato una raccolta fondi per acquisire gli smalti di Limoges mancanti sul retro del cofano del cardinale Guala Bicchieri. E lo ha fatto chiedendo aiuto ai suoi followers. Che finora hanno risposto molto bene, donando oltre 20 mila euro, su un totale richiesto di 50 mila (c’è tempo fino a dicembre). Se volete partecipare anche voi, questo è il link da cliccare.
Il cofano, in legno di noce verniciato, ha dettagli in rame sbalzato, finemente cesellato e decorato. Un vero capolavoro, insomma.
Visualizza questo post su Instagram
“Questo è il cofano del cardinale Guala Bicchieri. E a me che faccio lo storico del Medioevo è una cosa che dà i brividi perché il cardinale Guala Bicchieri è stato uno dei personaggi più importanti d’Europa al tempo di Papa Innocenzo III e di San Francesco. Ma anche a chi non fa lo storico credo che dovrebbe dare i brividi. Perché è un capolavoro quasi unico, ce n’è solo un altro di cofano di questo valore e di questo livello in tutto il mondo”, spiega Alessandro Barbero in un video sui social in cui lancia il suo appello per aiutare Palazzo Madama a raccogliere la cifra necessaria ad acquistare le parti mancati.
“A questo capolavoro mancano dei pezzi, non si vedono perché sono sul retro. Mancano alcune di quelle staffe di smalto, straordinarie. Queste sono state ritrovate e sono in vendita e Palazzo Madama ha tutte le intenzioni di comprarle per ricomporre qui a Torino questo capolavoro unico. Palazzo Madama è un Museo Civico di Torino, apparterranno a tutti. Ci vogliono un sacco di soldi e quei soldi se vogliamo che questo oggetto venga ricomposto li dobbiamo mettere noi. E quindi facciamolo“.
Barbero ha diffuso il suo messaggio sul profilo Instagram di Palazzo Madama a Torino, dov’è custodito uno dei capolavori dell’oreficeria del Duecento. I cinque smalti, in rame dorato e smalto champlevé, blu, verde, bianco, erano originariamente posizionati al retro del baule da viaggio del porporato. Pare, però, che siano siano stati trafugati nel XVIII secolo, quando l’opera si trovava nella chiesa di Sant’Andrea di Vercelli. Ora, dopo essere finiti in una collezione privata in Francia, i reperti sono in vendita presso una galleria antiquaria di Parigi.