Lo scambio di regali a Natale è una tradizione che affonda le sue radici molto più in profondità di quanto sembri. Non è solo un’espressione del consumismo moderno. Si tratta invece un rito antico che intreccia simboli pagani, rituali cristiani e gesti di solidarietà. L’idea di scambiarsi doni in inverno risale a riti preistorici legati al solstizio d’inverno, quando comunità si riunivano per celebrare la rinascita del sole con banchetti e scambi simbolici. I Romani, durante i Saturnalia (dal 17 al 23 dicembre), si scambiavano piccoli oggetti come candele o figurine in cera. Questa festa ribaltava le gerarchie sociali: padroni e servi festeggiavano insieme, e i doni erano spesso simbolici o scherzosi.
Nel IV secolo dC, con la diffusione del Cristianesimo, la tradizione dei doni si intrecciò alla storia dei Magi che portarono oro, incenso e mirra a Gesù. Questo atto di omaggio fu inizialmente celebrato durante l’Epifania (6 gennaio) e solo in seguito si spostò al 25 dicembre. Il dono cristiano non era più solo simbolo di festa, ma di devozione e amore. Se vi state chiedendo quando entra in gioco Babbo Natale, dobbiamo per forza parlavi di San Nicola, un vescovo, vissuto nel IV secolo, noto per la sua generosità.
Secondo le leggende tramandate negli anni, pare che fosse solito gettare sacchi di monete d’oro nei camini di famiglie indigenti. Gesto da cui originò la tradizione della calza. Col tempo, questa figura si trasformò nel moderno Santa Claus, grazie anche ai coloni olandesi che portarono negli Stati Uniti la figura di Sinterklaas.
Durante il Medioevo, lo scambio di doni era un gesto di gratitudine e sottomissione. I monarchi, come Enrico VIII, ricevevano oggetti preziosi dai loro sudditi. I poveri, invece, ricevevano cibo e bevande per sopravvivere all’inverno. Nei secoli successivi, il dono si estese alle famiglie comuni, spesso in forma di cibo o piccoli oggetti artigianali. Quando, però, lo scambio dei doni assunse la forma che conosciamo oggi? Ebbene, come nel caso delle decorazioni dell’albero di Natale, ci fu lo zampino della regina Vittoria.
La sovrana britannica e il principe Alberto (di origine tedesca) resero il Natale una festa intima e familiare. Le case si riempivano di alberi decorati e regali, i bambini erano al centro della celebrazione e si diffuse l’abitudine di donare per amore, non per dovere. La nascita delle cartoline natalizie e della carta da regalo completò l’atmosfera festosa. Da quel momento comprare i regali di Natale, opportunamente impacchettati e lasciati sotto l’albero, divenne un rito gioioso e solidissimo.