Una misteriosa malattia simile all’influenza sta mietendo vittime nella provincia di Kwango, nella parte sud-occidentale della Repubblica Democratica del Congo. Da novembre, almeno 143 persone sono morte, tra cui molti bambini sotto i cinque anni, mentre centinaia di casi sospetti continuano a emergere. Le autorità, già sotto pressione a causa dell’epidemia di vaiolo delle scimmie (mpox), che ha provocato oltre 1.000 decessi, hanno messo il Paese in stato di allerta, inviando epidemiologi nella zona per raccogliere campioni e investigare sull’origine del focolaio. Le analisi di laboratorio, ancora in corso, sono cruciali per identificare l’agente responsabile e sviluppare un piano d’intervento efficace.
La situazione è particolarmente critica nella zona di Panzi, una regione remota e fragile, dove l’accesso è reso difficile dalla distanza e dalle condizioni infrastrutturali precarie. Per raggiungere i laboratori più vicini a Kikwit, il personale sanitario ha impiegato giorni a trasportare i campioni. Inoltre, circa il 40% della popolazione locale soffre di malnutrizione, un fattore che peggiora la vulnerabilità degli abitanti. Molti casi di morte sono attribuiti a complicazioni respiratorie e alla mancanza di trasfusioni di sangue adeguate.
Jean Kaseya, capo dei Centri Africani per il Controllo delle Malattie, ha dichiarato che i primi riscontri suggeriscono che si tratti di una malattia respiratoria, ma l’assenza di informazioni definitive lascia ancora molte domande aperte, incluso il potenziale livello di contagiosità e le modalità di trasmissione. Il ministro della salute congolese Roger Kamba ha sottolineato che il sistema sanitario rurale è debole, ma le autorità stanno lavorando per colmare le lacune e gestire l’emergenza.
Nel frattempo, la popolazione locale è lasciata a combattere la malattia con mezzi limitati. Gli ospedali sono sprovvisti di forniture mediche adeguate, costringendo molti a ricorrere alla medicina tradizionale. Testimonianze raccolte da abitanti di Panzi rivelano una crescente disperazione. “Non sappiamo quale sia la causa, ma vediamo febbri alte, vomito e poi la morte“, ha raccontato un residente che ha perso moglie e figlia.
Gli esperti temono che la sovrapposizione delle emergenze possa ulteriormente sovraccaricare il fragile sistema sanitario del Paese. Tuttavia, si attendono risultati preliminari dai laboratori nei prossimi giorni, che potrebbero fornire risposte cruciali per arginare il focolaio e prevenire ulteriori vittime.