Una famiglia perfetta termina con Leone che rivela agli attori coinvolti nella messa in scena le sue reali intenzioni. Egli ha deciso di rivivere un presente alternativo, dove si è costruito una vera famiglia. Cosa di cui ha rinunciato tempo addietro per perseguire la via della ricchezza.
Dopo aver conseguito varie rappresentazioni in sagre di paese o in presepi viventi, la compagnia teatrale di Fortunato (Marco Giallini) composta da Carmen (Claudia Gerini), Sole (Carolina Crescentini), Rosa (Ilaria Occhini), Pietro (Eugenio Franceschini), Angelo (Lorenzo Zurzolo) e Daniele (Giacomo Nasta), viene ingaggiata dal facoltoso Leone (Sergio Castellitto) per interpretare una commedia. Arrivati nella lussuosa villa dell’uomo nelle campagne dell’Umbria, Leone stesso rivela alla compagnia di interpretare la sua famiglia ideale, poiché non vorrebbe passare le festività natalizie in solitudine.
Assegnate le rispettive parti, il gruppo prende sottogamba l’idea di spacciarsi per due giorni per dei familiari premurosi, ma il loro committente inizia ad improvvisare, spiazzare e metterli in grave difficoltà. Seduti a tavola per la Vigilia di Natale, Carmen inizia a sentirsi fortemente a disagio nel dover interpretare la moglie dell’uomo, cosa che porta ad ulteriori crepe nel suo matrimonio con Fortunato. Mentre Daniele viene cacciato dallo stesso padrone di casa, poiché non ritenuto abbastanza bello. Osservando la situazione dei coniugi, Sole inizia a provare dei sentimenti per il suo capo attore.
Dopo la sfuriata di Leone alla messa di mezzanotte, il gruppo si reca a dormire tra il nervosismo generale. Roso dalla gelosia al pensiero di vedere sua moglie a letto con un altro, Fortunato organizza per la notte di Natale un colpo di scena con Rosa, per fare in modo che lui e Carmen si riavvicinino. Mentre Luna e Pietro scoprono di possedere talento reciproco e si lasciano andare alla passione.
Consapevole che il capo compagnia non ricambierà mai i suoi sentimenti, Sole si rassegna. Passati i due giorni, il ricco uomo svela alla compagnia teatrale il reale motivo per cui li aveva ingaggiati. Ovvero di voler vivere un presente alternativo alla quale ha voluto rinunciare.