Antonio Torchia, sindaco di un piccolo villaggio italiano, Belcastro, in provincia di Catanzaro, ha emesso un decreto che “vieta” ai suoi residenti di ammalarsi gravemente. Questo provvedimento è una provocazione ironica per attirare l’attenzione sulle gravi carenze del sistema sanitario locale.
Con metà della popolazione over 65, Belcastro si trova a oltre 45 km dal più vicino pronto soccorso, raggiungibile solo tramite una strada con un limite di velocità di 30 km/h. Inoltre, il medico di guardia è disponibile solo in modo sporadico, senza copertura serale o nei fine settimana.
La Calabria, già una delle regioni più povere d’Italia, soffre da anni per la gestione politica inefficiente e l’infiltrazione mafiosa nel settore sanitario, che ha portato alla chiusura di 18 ospedali dal 2009. Nonostante l’intervento di medici cubani per tamponare la crisi, molti residenti calabresi cercano cure al di fuori della regione.
Classe ’73, Eletto il 20 settembre 2020 con la lista “Per Belcastro”, Torchia ha spiegato ai media locali:
“Venite a vivere una settimana nel nostro piccolo borgo e cercate di sentirvi sicuro sapendo che in caso di emergenza sanitaria l’unica speranza è arrivare a Catanzaro in tempo. Provatelo e poi ditemi se questa situazione vi sembra accettabile“.
Il decreto del sindaco, per quanto simbolico, ha suscitato consensi tra i cittadini, che vedono l’iniziativa come un tentativo efficace di sensibilizzare l’opinione pubblica su un problema cronico e urgente.