Patricia Hearst è stata la protagonista di uno dei casi più discussi ed emblematici degli anni settanta. Ereditiera di una ricca famiglia Californiana, il 4 febbraio 1974 viene rapita dal gruppo terroristico noto come Symbionese Liberation Army. Un evento che la trasforma, però, inaspettatamente in criminale.
Durante la sua prigionia, infatti, sembra subire un cambiamento radicale, adottando il nome di battaglia “Tania” e partecipando attivamente alle attività del gruppo, inclusa una rapina in banca documentata da immagini che la ritraggono armata. Un comportamento, il suo, che al tempo ha sollevato più di un dibattito sull’eventuale presenza della Sindrome di Stoccolma, una condizione in cui l’ostaggio sviluppa un legame emotivo con i rapitori.
![Un'immagine recente di Patty Hearst](https://cultweb.it/wp-content/uploads/2025/02/patty-hearst.jpg)
Dopo 19 mesi di latitanza, comunque, il 18 settembre 1975 Patty viene arrestata dall’FBI. Durante il processo, la difesa prova a sostenere che la ragazza sia stata vittima di coercizione da parte dell’SLA. Nonostante queste argomentazioni, però, viene condannata a 35 anni di prigione per rapina a mano armata e possesso illegale di armi da fuoco. Una pena che è stata successivamente ridotta, tanto che, dopo aver scontato 22 mesi, Patty è viene liberata nel 1979.
Dopo il rilascio, Patty ha cercato di ricostruire la sua vita. Nel 1979, sposa Bernard Shaw, una delle sue guardie del corpo, con il quale ha due figlie. Negli anni ’80, intraprende una carriera nel mondo dello spettacolo, apparendo in diversi film diretti da John Waters, tra cui Cry-Baby e Serial Mom. Nel 1982, poi, pubblica l’autobiografia Every Secret Thing, in cui racconta la sua versione degli eventi legati al rapimento e alla sua permanenza nell’SLA.
Negli ultimi anni, però, Patty Hearst ha deciso di mantenere un profilo relativamente basso, dedicandosi all’allevamento di cani di razza Shih Tzu e French Bulldog, che hanno vinto premi in varie mostre.
Nonostante il passato tumultuoso, dunque, Patty è riuscita a costruirsi una vita stabile e lontana dai riflettori mediatici.