Il pesce Diavolo Nero, scientificamente noto come Melanocetus johnsonii, è una creatura degli abissi dalle caratteristiche inquietanti: corpo molle privo di scaglie, testa grande con una bocca armata di denti affilati e un’esca luminosa sulla fronte, utilizzata per attirare le prede. Nonostante il suo aspetto minaccioso, però, non rappresenta un pericolo per gli esseri umani, poiché abita in profondità marine tra i 600 e i 2000 metri, lontano dalla portata dei subacquei e delle normali attività umane. Ecco perché il recentissimo avvistamento al largo di Tenerife rappresenta qualcosa di straordinario.
Sempre per questo motivo è altamente improbabile la pesca di questo esemplare per fini alimentari. Il Diavolo Nero non si mangia e questo ci mette al riparo da possibili intossicazioni causate dall’accumulo di sostanze velenose nel corpo del pesce, in particolare fegato e gonadi. Studi condotti nell’Oceano Atlantico nord-orientale, infatti, hanno evidenziato che i pesci degli abissi possono accumulare metalli pesanti, pesticidi e composti organici persistenti, legati all’inquinamento ambientale.
Le femmine del Diavolo Nero, molto più grandi dei maschi, possono raggiungere i 18 cm, mentre i maschi non superano i 2,9 cm e hanno un aspetto esile. La specie appartiene alla famiglia Melanocetidae e si trova in acque temperate e tropicali di tutto il mondo, compresa l’Australia.
Oltre ai rischi legati all’inquinamento, alcuni studi hanno riportato anomalie biologiche nei pesci di acque profonde, come condizioni di intersessualità, cioè la presenza di caratteristiche sessuali di entrambi i sessi nello stesso individuo. Il pesce Diavolo Nero, dunque, è un predatore non pericoloso per gli esseri umani. Purtroppo, sono gli uomini a essere pericolosi per lui.