Google Maps ha ufficialmente aggiornato il nome del Golfo del Messico in “Golfo d’America” per gli utenti statunitensi, seguendo un ordine esecutivo firmato dal presidente Donald Trump. La modifica ha sollevato critiche da parte del Messico, che considera inappropriata la decisione, in quanto il Golfo del Messico è una vasta area marittima condivisa anche con Cuba. La questione ha acceso un dibattito internazionale, sollevando dubbi sulla reale autorità degli Stati Uniti nel cambiare la denominazione di una regione geografica riconosciuta a livello globale.
La domanda dunque è: può un capo di Stato agire in questo modo? La legittimità di questa azione è altamente discutibile. Secondo quanto riportato da El Pais, che cita la Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare, la giurisdizione di uno Stato sulle acque territoriali si estende fino a 12 miglia nautiche (circa 22 km) dalla costa. Oltre tale limite, le acque sono considerate internazionali e condivise tra le nazioni confinanti. Pertanto, gli Stati Uniti non hanno l’autorità legale per modificare unilateralmente il nome del golfo su scala internazionale.

Perché un cambiamento di nome sia riconosciuto a livello globale, sarebbe necessaria l’approvazione di organismi internazionali come l’Organizzazione Idrografica Internazionale e il Gruppo di Esperti delle Nazioni Unite sui Nomi Geografici, i quali difficilmente approverebbero tale proposta per ragioni storiche e legali.
Donald Trump aveva già annunciato l’intenzione di rinominare il golfo durante il suo mandato (cosa che scatenò la risata di Hilary Clinton durante la cerimonia di insediamento di Trump). Motivando la scelta con la necessità di “rafforzare l’identità americana”. Il provvedimento è stato ufficializzato con la firma di un ordine esecutivo, seguito dalla proclamazione del “Gulf of America Day” il 9 febbraio. La decisione ha immediatamente trovato applicazione negli Stati Uniti, dove il Geographic Names Information System (GNIS) ha aggiornato il nome nei documenti ufficiali. In risposta, Google Maps ha adeguato le proprie mappe alla nuova denominazione.
Tuttavia, l’aggiornamento non è stato applicato in modo uniforme a livello globale. Gli utenti statunitensi visualizzano esclusivamente “Golfo d’America”, mentre in Messico il nome rimane “Golfo del Messico”. Per gli utenti al di fuori di queste due nazioni, Google ha adottato una soluzione di compromesso, mostrando entrambi i nomi: “Golfo del Messico (Golfo d’America)”. Questa scelta evidenzia la controversia dietro la decisione, con il Messico che ha espresso un netto dissenso, facendo riferimento alla Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare. Secondo la legislazione internazionale, il governo statunitense non avrebbe alcun diritto di imporre una nuova denominazione al di fuori di questo limite.
La presidente messicana Claudia Sheinbaum ha dichiarato che la decisione non può avere valore legale al di fuori delle acque territoriali statunitensi, e ha ironizzato sulla questione suggerendo di ribattezzare il continente nordamericano “Mexican America” come risposta simbolica alla scelta di Trump. Nonostante le proteste messicane, il governo statunitense ha continuato ad applicare la nuova denominazione, con la Federal Aviation Administration (FAA) e la Guardia Costiera che hanno iniziato ad aggiornare le proprie mappe e documenti ufficiali.
La guerra dei nomi, in favore di un nazionalismo americano di facile lettura, continua più aspra che mai. Un caso analogo si era già verificato con la montagna più alta degli Stati Uniti, precedentemente chiamata Monte McKinley. Nel 2015, l’allora presidente Barack Obama l’aveva ribattezzata “Denali” per onorare le popolazioni indigene dell’Alaska. Trump, in contrasto con questa decisione, ha invece firmato un ordine per ripristinare il nome originario “Mount McKinley”, anche se Google Maps non ha ancora implementato tale modifica.