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Home » Sport » Quanto può correre un essere umano prima di fermarsi?

Quanto può correre un essere umano prima di fermarsi?

Francesca FiorentinoDi Francesca Fiorentino17 Febbraio 2025
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donna che corre
donna che corre (fonte: Pexels)
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La capacità di un essere umano di correre prima di doversi fermare dipende da diversi fattori, tra cui la distanza, la velocità e la resistenza fisica. Gli atleti d’élite possono sostenere ritmi elevati per periodi prolungati, mentre una persona non allenata potrebbe esaurire le energie molto prima. Esistono due principali tipologie di corsa:

  • Sprint. Gli esseri umani possono raggiungere velocità di circa 37-45 km/h nei primi secondi di uno sprint, come dimostrato da Usain Bolt, che nel 2009 ha toccato i 44,72 km/h nei 100 metri. Tuttavia, mantenere tali velocità per più di 10-15 secondi è impossibile a causa dell’accumulo di acido lattico nei muscoli.
  • Resistenza prolungata. Un maratoneta d’élite può correre per oltre due ore mantenendo una velocità media di circa 20 km/h. In condizioni estreme, alcuni ultramaratoneti sono riusciti a percorrere oltre 500 km senza dormire.

Secondo studi scientifici, il limite massimo della corsa continua è determinato da fattori come il consumo massimo di ossigeno (VO₂ max), la disponibilità di glicogeno e la capacità di dissipare il calore corporeo. Gli ultramaratoneti e i corridori di endurance possono correre per giorni con pause minime.

uomo che corre
uomo che corre (fonte: Pexels)

Uno dei record più incredibili appartiene a Dean Karnazes, che ha corso per 560 km in 80 ore senza dormire. In gare ufficiali, come la Self-Transcendence 3100 Mile Race, alcuni atleti completano oltre 4.900 km in circa 50 giorni, correndo in media 96 km al giorno.

Quando allora il corpo dice “Sono un po’ stanchino“, come Forrest Gump?

  • Esaurimento del glicogeno: Quando il corpo finisce le riserve di zuccheri, la fatica diventa insostenibile.
  • Disidratazione. Perdita eccessiva di liquidi e sali minerali compromette la funzione muscolare.
  • Surriscaldamento. Il corpo non riesce a disperdere il calore accumulato, causando il rischio di colpo di calore.
  • Danni muscolari. L’accumulo di acido lattico e le microlesioni possono portare a crampi e infortuni.

Dunque, non esiste una risposta univoca alla domanda, ci sono molti fattori che hanno un ruolo decisivo.

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