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Home » Spettacolo » Sono solo canzonette, testo e significato della canzone di Edoardo Bennato

Sono solo canzonette, testo e significato della canzone di Edoardo Bennato

Sono solo canzonette di Edoardo Bennato è un inno ironico alla forza della musica e alla sua capacità di rendere liberi.
Francesca FiorentinoDi Francesca Fiorentino19 Febbraio 2025
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Edoardo Bennato
Edoardo Bennato (fonte: TV Svizzera)
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Più che una canzone, una dichiarazione d’amore di Edoardo Bennato per la musica e per il suo potere immaginativo e anche politico. Title track del concept album uscito nel 1980 e ispirato a Peter Pan, Sono solo canzonette racconta la storia di un uomo la cui vita si trasforma dopo aver ascoltato un brano, da bambino, in un juke-box. Immediatamente, quella musica lo trasporta in un mondo di fantasia. E gli fa capire che attraverso note e parole potrà essere libero di esprimere il suo pensiero su tutto. Così, pur essendo certo di non lavorare mai nel “Giornale della Sera”, allusione nemmeno troppo velata al quotidiano dei “potenti”, Corriere della Sera, o come politico o direttore di un qualche ente, le canzoni, anzi le canzonette, saranno per sempre il suo megafono.

Proprio per la loro umile veste di canzonette, che non attirano attenzione né fanno paura, riescono ad arrivare al cuore e alle teste di tutte e tutti. Il protagonista, allora, rivendica il diritto di essere libero e di non appartenere ad alcuno schieramento.

Dirà poi Bennato:

“I testi che scrivo servono soprattutto a me per caricarmi, per darmi energia. Poi è chiaro che molta dell’ironia non viene capita sempre fino in fondo, ma non m’importa“.

Sono solo canzonette, testo

Mi ricordo che anni fa
Di sfuggita dentro un bar
Ho sentito un juke-box che suonava
E nei sogni di bambino
La chitarra era una spada
E chi non ci credeva era un pirata
E la voglia di cantare
E la voglia di volare
Forse mi è venuta proprio allora
Forse è stata una pazzia
Però è l’unica maniera
Di dire sempre quello che mi va
Non potrò mai diventare
Direttore generale
Delle poste o delle ferrovie
Non potrò mai far carriera
Nel giornale della sera
Anche perché finirei in galera
Mai nessuno mi darà
Il suo voto per parlare
O per decidere del suo futuro
Nella mia categoria
È tutta gente poco seria
Di cui non ci si può fidare
Guarda invece che scienziati
Che dottori, che avvocati
Che folla di ministri e deputati
Pensa che in questo momento
Proprio mentre io sto cantando
Stanno seriamente lavorando
Per i dubbi e le domande
Che ti assillano la mente
Va da loro e non ti preoccupare
Sono a tua disposizione
E sempre, senza esitazione
Loro ti risponderanno
Io di risposte non ne ho
Io faccio solo rock’n’ roll
Se ti conviene bene
Io più di tanto non posso fare
Gli impresari di partito
Mi hanno fatto un altro invito
E hanno detto che finisce male
Se non vado pure io
Al raduno generale
Della grande festa nazionale
Hanno detto che non posso
Rifiutarmi proprio adesso
Che anche a loro devo il mio successo
Che son pazzo ed incosciente
Sono un irriconoscente
Un sovversivo, un mezzo criminale
Ma che ci volete fare
Non vi sembrerò normale
Ma è l’istinto che mi fa volare
Non c’è gioco ne finzione
Perché l’unica illusione
È quella della realtà, della ragione
Però a quelli in malafede
Sempre a caccia delle streghe
Dico, no non è una cosa seria
E così e se vi pare
Ma lasciatemi sfogare
Non mettetemi alle strette
E con quanto fiato ho in gola
Vi urlerò, “Non c’è paura”
Ma che politica, che cultura
Sono solo canzonette
Non mettetemi alle strette
Sono s-, sono s-
Sono solo canzonette
 

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