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Home » Spettacolo » Quanto c’è di vero nella miniserie di Netflix “Zero Day” con Robert De Niro, un super cyber attacco è possibile?

Quanto c’è di vero nella miniserie di Netflix “Zero Day” con Robert De Niro, un super cyber attacco è possibile?

Zero Day combina finzione e realtà, offrendo una rappresentazione plausibile di un attacco informatico. L'ispirazione? Un bug del 2010.
Francesca FiorentinoDi Francesca Fiorentino21 Febbraio 2025
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Zero Day
Zero Day (fonte: Netflix)
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La nuova miniserie di Netflix Zero Day, con Robert De Niro nei panni dell’ex presidente degli Stati Uniti George Mullen, esplora le conseguenze di un attacco informatico devastante che getta il Paese nel caos. La serie, pur essendo di finzione, si basa su una ricerca approfondita, ispirata a scenari possibili. E c’è anche un riferimento a qualcosa che è avvenuto nella realtà diversi anni. Lo ha rivelato la produttrice esecutiva Lesli Linka Glatter a Forbes, riferendosi a Stuxnet, un virus informatico scoperto per la prima volta nel 2010, creato nel 2005 dagli USA in collaborazione con Israele per colpire i sistemi di controllo di supervisione e di acquisizione dati.

Sembra che Stuxnet abbia causato danni sostanziali al programma nucleare iraniano. E in qualche modo la sua capacità di mettere in ginocchio una moltitudine di settori contemporaneamente è stata trasportata nella finzione.

Una scena di Zero day
Una scena di Zero day (fonte: Netflix)

Per garantire un’accurata rappresentazione degli ambienti politici, la produzione ha coinvolto Eric Schultz, ex consigliere senior di Barack Obama. Schultz ha lavorato sul set per diverse settimane, assicurandosi che dettagli come la disposizione dei posti nelle riunioni e le interazioni tra i personaggi fossero fedeli alla realtà della Casa Bianca e del Congresso.

La minaccia di un attacco informatico su vasta scala è un elemento chiave della serie. Secondo Michael S. Schmidt, co-creatore dello show e giornalista investigativo vincitore del Premio Pulitzer, il governo americano ha avvertito da anni del rischio di un “cyber 9/11” o di un “cyber Pearl Harbor”. Clint Watts, ex agente speciale dell’FBI ed esperto di sicurezza informatica, ha dichiarato che un attacco di tale portata è “altamente improbabile”, ma sottolinea come la minaccia rimanga concreta e in evoluzione.

Anche gli attori hanno lavorato per dare maggiore profondità ai loro personaggi. Robert De Niro ha studiato il comportamento degli ex presidenti americani, mentre Joan Allen, che interpreta Sheila Mullen, ha preso spunto dal rapporto tra Bill e Hillary Clinton. Lizzy Caplan, nel ruolo della congressista Alexandra Mullen, si è ispirata ad Alexandria Ocasio-Cortez.

 

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