Il casuario, un uccello dall’aspetto preistorico, potrebbe sembrare un personaggio uscito da un film di fantascienza o da un cartone animato. Con un corpo imponente, zampe poderose e un elmo corneo sulla testa, non è solo uno degli uccelli più grandi al mondo, ma anche il più temuto. Pur essendo generalmente schivo e difficile da avvistare nelle foreste pluviali australiane e di Papua Nuova Guinea, se provocato può trasformarsi in una minaccia letale per l’uomo e per altri animali.
Le sue armi principali sono le zampe robuste, capaci di lanciare calci devastanti, e i suoi artigli affilati, lunghi fino a 10 cm. Questi possono causare profonde lacerazioni e fratture ossee. Le testimonianze di attacchi mortali non sono molte, ma esistono. Nel 1926, un giovane in Australia morì dopo aver ricevuto un colpo letale alla gola mentre fuggiva da un casuario. Più recentemente, nel 2019, un uomo in Florida è stato ucciso da un casuario che teneva in cattività.

Nonostante la loro fama di aggressori, i casuari non attaccano indiscriminatamente. Uno studio del 1999 ha analizzato oltre 200 attacchi e ha rivelato che la maggior parte erano legati al cibo. Gli esemplari abituati a ricevere cibo dagli esseri umani possono diventare audaci e perfino aggressivi se non ottengono ciò che vogliono.
Cosa che la ragazza immortalata in un video sulle spiagge del Queensland diventato virale non aveva ben compreso. Insomma, fossimo state in lei avremmo sicuramente mollato l’hamburger.
Un’altra percentuale di attacchi era di tipo difensivo, per proteggere uova o piccoli, o territoriale.
Il casuario può correre fino a 50 km/h, saltare fino a 2 metri di altezza e nuotare con grande agilità. Questo lo rende un avversario formidabile. Oltre agli esseri umani, può attaccare cani e altri animali domestici, probabilmente per l’istinto di difendersi da predatori naturali come i dingo. Sono stati registrati casi di attacchi anche a cavalli e bovini, sebbene con conseguenze meno gravi.
Nel suo habitat naturale, il casuario svolge un ruolo cruciale nella dispersione dei semi, contribuendo alla salute delle foreste pluviali. Si nutre principalmente di frutti caduti, ma non disdegna insetti, funghi e persino piccoli vertebrati. Durante la stagione riproduttiva, le femmine depongono le uova in nidi sul terreno, ma sono i maschi a incubarle per circa 50 giorni e ad occuparsi dei piccoli dopo la schiusa.
Culturalmente, il casuario ha un’importanza significativa per alcune popolazioni aborigene, che lo includono nelle loro narrazioni e tradizioni. Oggi, la sua conservazione è una priorità per molti gruppi indigeni, che collaborano con scienziati per proteggerlo dagli impatti della deforestazione e dalle interazioni con gli esseri umani.