È stata un simbolo di libertà e lotta rivoluzionaria contro l’oppressione, per poi essere riprodotta in una miriade di contesti anche completamente diversi: parliamo del Guerrillero Heroico, la fotografia di Ernesto “Che” Guevara più celebre in assoluto e probabilmente la più riprodotta al mondo. Scopriamo insieme la storia di questa foto, scattata da Alberto Korda il 5 marzo 1960 ossia esattamente 65 anni fa.
All’inizio del 1960 la rivoluzione cubana si era ormai conclusa, con il governo socialista di Fidel Castro insediato più o meno stabilmente a L’Avana. Il 4 marzo di quell’anno, tuttavia, si verificò proprio nel porto della capitale cubana l’esplosione della nave mercantile francese La Coubre, contenente munizioni provenienti dal Belgio; 100 persone rimasero uccise e 200 ferite in quello che Castro condannò come un attentato da parte della CIA, poiché gli Stati Uniti si erano opposti all’invio di tale carico a Cuba. Fu indetta una commemorazione e una manifestazione pubblica in onore delle vittime, prevista per il giorno successivo.
Alla manifestazione del 5 marzo parteciparono varie personalità di spicco come Jean-Paul Sartre e Simone De Beauvoir, nonché ovviamente Che Guevara; era presente anche il fotografo Alberto Korda, al secolo Alberto Díaz Gutiérrez, che documentava l’evento con la sua fedele Leica M2 per conto della rivista Revolución per cui lavorava, ma soprattutto in qualità di fotografo personale di Fidel Castro. Durante l’acceso discorso che quest’ultimo rivolse ai tanti manifestanti presenti, Korda perse di vista Che Guevara, per poi scorgerlo un po’ in disparte, al limite del palco: era intento a seguire il discorso, e la sua espressività colpì a tal punto il fotografo da fargli realizzare d’istinto due scatti che sarebbero ben presto entrati nella storia; pochi secondi dopo, Che Guevara era sparito nuovamente.

L’intenzione di Korda non era esattamente quella di realizzare dei ritratti, ma egli ne realizzò il potenziale di quelle immagini nonostante l’editore di Revolución le avesse scartate: con una sapiente operazione di cropping rimosse l’albero e il profilo di Jorge Masetti immortalati insieme al Che, lasciando solo due potentissime immagini dell’ormai famoso “guerrigliero eroico” che decise di tenere per sé.
La popolarità di queste foto crebbe solo qualche anno più tardi, nel 1967, quando l’editore Giangiacomo Feltrinelli incontrò Korda a l’Avana: al termine di una conversazione avuta proprio a proposito del Che, Korda gli regalò due copie del suo ritratto al comandante argentino, senza chiedere niente in cambio. Feltrinelli, colpito anch’egli dalla potenza di quella foto, decise di usarla come copertina per il Diario in Bolivia di Guevara. Dopo la morte di quest’ultimo, Feltrinelli usò sempre Il Guerrillero Heroico per dei poster commemorativi che fece affiggere in tutta Milano.
Fu così che il mondo imparò a conoscere una fotografia che diventò ben presto iconica: il ritratto del Che con quello sguardo di sfida, il suo basco nero e i capelli lunghi e incolti, venne riutilizzato dapprima in ambito politico, come ad esempio nel contesto di proteste e lotte studentesche, per poi essere reinterpretato in ambiti anche ben lontani da quello originale. A parte una causa intentata nel 2000 contro la Smirnoff, azienda russa produttrice di vodka, Korda non reclamò mai i diritti per quella foto né fu mai compensato per averla scattata.