Non si può parlare di comunismo, socialismo, capitalismo, rivoluzione, lotta di classe, proletariato e borghesia senza citare almeno di sfuggita Karl Marx: l’impatto che il pensiero e l’opera di questo filosofo, economista e storico tedesco hanno avuto sullo sviluppo di questi concetti è stato semplicemente monumentale; sua – e di Engels – è la teorizzazione del materialismo storico, come anche la redazione del celeberrimo Manifesto del partito comunista. A 142 anni esatti dalla sua morte, ripercorriamo la vita e il lavoro di questo eminente pensatore.
Karl Marx nasce a Treviri il 5 maggio 1818 da una famiglia piuttosto agiata di origini ebraiche. In giovinezza studia a Bonn e soprattutto a Berlino, dove si avvicina alla scuola di pensiero dei giovani hegeliani: si tratta di un gruppo di filosofi e seguaci di Hegel formatosi in seguito alla sua morte nel 1831. Proprio questo contatto – insieme a quello con Feuerbach e il suo materialismo – spinge Marx ad abbandonare la facoltà di giurisprudenza per studiare filosofia, laureandosi con una tesi su Democrito ed Epicuro.
Dopo la laurea egli si mantiene lavorando come giornalista alla Gazzetta renana, e nel 1843 si trasferisce a Parigi dopo aver sposato Jenny von Westphalen. Proprio nella capitale francese stringe amicizia con Friedrich Engels, che sarà uno dei suoi più fidati collaboratori, e studia gli economisti classici, avvicinandosi al pensiero comunista.

Espulso da Parigi 2 anni dopo, si trasferisce a Bruxelles dove scrive insieme a Engels L’ideologia tedesca, in cui viene teorizzato per la prima volta il suo materialismo storico: in opposizione sia con l’idealismo di Hegel che con il materialismo di Feuerbach, presenta la storia come chiave per comprendere la natura dell’uomo, cioè il suo rapporto mutevole con la natura e con gli altri esseri umani. Marx ed Engels entrano nella “Lega dei giusti”, un gruppo di artigiani e lavoratori tedeschi che nel 1847 diventa “Lega dei comunisti”.
La Lega affida a Marx ed Engels l’incarico di scrivere il Manifesto del partito comunista, che viene pubblicato nel 1848: poiché a Marx è proibito pubblicare opere di carattere politico, egli viene espulso anche da Bruxelles. Dopo brevi passaggi a Parigi, Colonia e nuovamente Parigi, il filosofo si stabilisce a Londra, dove vive in condizioni disagiate ma prosegue i suoi studi di economia politica. Nonostante la pubblicazione di altre opere, la sua attenzione è concentrata su un libro in cui intende presentare la sua analisi socioeconomica e critica al capitalismo, nonché le sue riflessioni su una possibile rivoluzione comunista e proletaria: questo libro, intitolato Il Capitale, viene pubblicato a più riprese a partire dal 1867.
Nel 1881 Marx viene straziato dalla morte della moglie Jenny, e 2 anni dopo anche da quella della figlia primogenita; stroncato dalla bronchite cronica di cui soffre da tempo, muore il 14 marzo 1883. L’amico Engels compone e legge una sentita orazione funebre, definendolo un rivoluzionario “la cui opera vivrà nei secoli”, e procederà negli anni successivi alla pubblicazione postuma degli ultimi 2 libri del Capitale.