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Home » Cultura » Storia » Che cos’era il piano Marshall? Quando per gli USA la stabilità dell’Europa era primaria

Che cos’era il piano Marshall? Quando per gli USA la stabilità dell’Europa era primaria

Scopriamo perché gli Stati Uniti hanno lanciato questo programma e come ha contribuito alla ripresa economica europea.
Tiziana MorgantiDi Tiziana Morganti3 Aprile 2025
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Piano Marshall parata
Piano Marshall parata (fonte: FOCUS)
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Il Piano Marshall, ufficialmente noto come European Recovery Program, è stato un programma di aiuti economici promosso dagli Stati Uniti per la ricostruzione dell’Europa dopo la Seconda Guerra Mondiale. Annunciato il 5 giugno 1947 dall’allora Segretario di Stato americano George Marshall durante un discorso all’Università di Harvard, aveva l’obiettivo di stimolare la ripresa economica europea, rafforzare la stabilità politica e contrastare l’influenza sovietica nel continente.

Alla fine del secondo conflitto mondiale, infatti, l’Europa si trova in una situazione drammatica. Le città erano devastate dai bombardamenti, le infrastrutture distrutte e le economie in ginocchio. Anche l’inflazione era alta, la disoccupazione diffusa e la scarsità di beni di prima necessità rendevano difficile la ripresa. In questo contesto, gli Stati Uniti temono che la miseria e l’instabilità possano favorire l’espansione del comunismo, specialmente in paesi come Francia e Italia, dove i partiti comunisti sono particolarmente forti.

Il 3 aprile del 1948, dunque, entra formalmente in vigore il piano per durare fino al 1952. Parlando di cifre  gli Stati Uniti decidono di stanziare circa 13 miliardi di dollari, equivalenti a oltre 150 miliardi di dollari attuali, per sostenere aiuti economici destinati a 16 paesi europei, tra cui Regno Unito, Francia, Germania Ovest, Italia e Paesi Bassi. L’Unione Sovietica e i paesi del blocco orientale, invece, rifiutano l’aiuto, presumibilmente su pressione di Mosca.

George Marshall, il segretario di Stato cui si deve l'omonimo piano
George Marshall, il segretario di Stato cui si deve l’omonimo piano – Fonte: Britannica

Nello specifico i fondi vengono utilizzati per acquistare macchinari, materie prime, prodotti alimentari e altre risorse necessarie per la ripresa economica. Una parte degli aiuti, poi, è distribuita sotto forma di prestiti, mentre un’altra viene concessa a fondo perduto. Un elemento chiave del piano, comunque, è la creazione dell’Organizzazione per la Cooperazione Economica Europea, incaricata di coordinare la distribuzione degli aiuti e favorire la collaborazione economica tra i paesi beneficiari.

Il Piano Marshall, dunque, è stato un successo sotto diversi aspetti. Le economie europee hanno iniziato rapidamente a riprendersi: la produzione industriale è cresciuta del 35% rispetto ai livelli del 1947, il commercio tra i paesi europei aumentò e le condizioni di vita migliorarono sensibilmente. L’Italia, ad esempio, ricevette circa 1,2 miliardi di dollari, che contribuirono alla modernizzazione del settore industriale e alla stabilizzazione economica.

Nonostante questo, però, il Piano Marshall è stato oggetto di forti critiche. Alcuni lo hanno considerato uno strumento di imperialismo economico americano, volto a rendere l’Europa dipendente dagli Stati Uniti. L’Unione Sovietica, poi, lo ha denunciato come un tentativo di estendere il capitalismo e di minare l’influenza sovietica. Inoltre, alcuni storici hanno ritenuto che la ripresa economica europea fosse già in corso e che il Piano Marshall abbia solo accelerato un processo inevitabile.

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