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Home » Lifestyle » Il dolcificante inganna il cervello e ci fa sentire più fame, ecco perché non dovremmo consumarlo

Il dolcificante inganna il cervello e ci fa sentire più fame, ecco perché non dovremmo consumarlo

I dolcificanti artificiali come il sucralosio attivano l’ipotalamo, aumentando la fame invece di ridurla, lo rivela una ricerca americana.
Francesca FiorentinoDi Francesca Fiorentino4 Aprile 2025
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persona mette dolcificante nel caffè
persona mette dolcificante nel caffè (fonte: Unsplash)
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In questi ultimi anni si sta combattendo una battaglia, nemmeno troppo silenziosa contro lo zucchero. Vi avevamo già parlato dei migliori dolcificanti naturali per sostituirlo, arrivando alla conclusione che, secondo molto esperti, sarebbe meglio non consumarlo proprio. Di sicuro, è buona norma eliminare del tutto i dolcificanti artificiali. E un nuovo studio americano, pubblicato su Nature Metabolism, spiega anche nel dettaglio perché: ingannano il cervello e aumentano il senso di fame. A finire sotto la lente d’ingrandimento dei ricercatori è stato il sucralosio, un comune dolcificante artificiale usato in molti prodotti dietetici. Ebbene, può alterare l’attività cerebrale e aumentare la sensazione di fame, anziché ridurla (e in un prodotto dietetico è un bel problema). Insomma, il gusto dolce percepito dal cervello è privo però di energia reale, crea un inganno metabolico che può spingere a mangiare di più.

Un cucchiaio colmo di zucchero
Un cucchiaio colmo di zucchero (fonte: Unsplash)

I ricercatori della University of Southern California hanno condotto un esperimento su 75 adulti sani, monitorando tramite esami del sangue e risonanze magnetiche l’effetto nel cervello dopo aver bevuto tre tipi di bevande: una con sucralosio, una con zucchero (saccarosio), e una con sola acqua. Le bevande avevano lo stesso sapore alla ciliegia per non influenzare le percezioni dei partecipanti, che hanno agito come propri controlli. I risultati sono stati chiari. Quando si consumava sucralosio, si attivava l’ipotalamo, l’area cerebrale che regola fame e desiderio di cibo, molto più di quanto accadeva con il saccarosio. Dopo due ore, chi aveva bevuto la bevanda con zucchero riferiva meno fame rispetto a chi aveva assunto sucralosio.

Se vi state chiedendo perché questo succeda, la risposta è sconvolgente. Il sucralosio è 600 volte più dolce dello zucchero, ma non fornisce calorie. Il nostro cervello viene quindi letteralmente preso in giro perché si aspetta un apporto energetico di un qualsiasi tipo, ma non lo riceve. Risultato? L’assenza di energia innesca la fame. Che a livello biochimico si trasforma in un meccanismo di compensazione. L’organismo, insomma, non rilascia i segnali metabolici che normalmente riducono la fame, come l’insulina o il GLP-1 (un ormone che regola il senso di sazietà). Tutto questo si amplifica nei soggetti con obesità, queste risposte sono risultate ancora più alterate, suggerendo che le persone in sovrappeso possano essere ancora più vulnerabili agli effetti ingannevoli del dolcificante.

In precedenza, altri studi hanno mostrato che il sucralosio può alterare il microbioma intestinale, danneggiare il DNA e compromettere la tolleranza al glucosio. Una recente allerta dell’Organizzazione Mondiale della Sanità ha evidenziato proprio i rischi metabolici e infiammatori legati all’uso abituale di questi dolcificanti.

Bisogna quindi rinunciare alle cose dolci? No. Sarebbe meglio, invece, eliminare i dolcificanti artificiali e imparare gradualmente a godersi ciò che è naturalmente zuccherato come frutta fresca e secca, ricche di fibre e per questo non pericolosa per l’assorbimento del glucosio.

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