Il simbolo del riciclo, noto come Ciclo di Möbius (Mobius Loop), è una delle icone ambientali più riconoscibili al mondo. Si tratta di un triangolo formato da tre frecce piegate che si rincorrono in senso orario, a rappresentare il concetto di ciclo continuo. Il nome, però, è quello di uno scienziato importante: il matematico tedesco August Ferdinand Möbius (1790–1868), celebre per aver descritto l’omonima striscia di Möbius. Si tratta di una superficie con una sola faccia e un solo bordo. Tecnicamente, la striscia si ottiene prendendo una banda di carta, torcendola di 180 gradi e incollando le estremità. Questa struttura topologica ha affascinato matematici, artisti e scienziati per secoli, perché rompe le convenzioni della geometria euclidea, introducendo il concetto di infinito ricongiungimento.

Il legame con il riciclo non è casuale. Il simbolo, disegnato nel 1970 da Gary Anderson, allora studente di design all’Università della California del Sud, fu creato in occasione del primo Earth Day. Il concorso per il simbolo venne indetto dalla Container Corporation of America, un’importante azienda produttrice di cartone riciclato, per promuovere una maggiore consapevolezza ecologica. Anderson si ispirò proprio alla striscia di Möbius per rappresentare il ciclo infinito di riutilizzo dei materiali. Un processo che, come la banda topologica, non ha inizio né fine.
Nel corso del tempo, il Mobius Loop è stato adottato a livello internazionale come simbolo ufficiale della riciclabilità. In molte versioni, al centro del triangolo è presente un numero (da 1 a 7) che indica la tipologia del materiale plastico, oppure una percentuale che segnala la quota di materiale riciclato contenuto nel prodotto. Tuttavia, la forma base — le tre frecce che si rincorrono — continua a richiamare visivamente l’idea di un flusso continuo, eterno, rigenerativo.
La sostenibilità, dunque, è un percorso circolare, non lineare, che richiede un impegno costante e strutturato. Il simbolo non solo indica la possibilità di riciclare un materiale, ma invita anche a ripensare l’intero ciclo di vita dei prodotti. Per creare meno rifiuti.