Gli infermieri assassinii ultimamente hanno inquietato il pubblico in alcuni film e serie tv di successo tratti da storie vere. Serial killer in camice bianco, che uccidono pazienti in età avanzata o in condizioni critiche, cercando di non destare sospetti. Vediamo insieme alcuni titoli recenti che vi faranno rabbrividire.
L’infermiera (2023)
L’infermiera, mini serie danese in quattro episodi uscita su Netflix nel 2023 racconta di una giovane infermiera, Pernille Kurzmann (Fanny Louise Bernth) che è appena entrata al Nykøbing Falster Hospital, ma essendo nuova ha difficoltà a legare con i colleghi più esperti. Poi stringe amicizia con Christina Aistrup (Josephine Park) che è considerata una delle infermiere più brave, una professionista stimata e adorata da tutti. Quando c’è Christina di turno però, soprattutto di notte, accadono cose strane. Pazienti che fino a quel momento erano stati stabili, vanno in crisi, sfiorano la morte, e Christina riesce a salvarli tempestivamente. Altri pazienti invece, sempre quelli affidati a Christina, continuano a morire.
Pernille, a dispetto della grande popolarità di cui gode la collega, inizia a sospettare che lei faccia qualcosa per uccidere i pazienti e decide di scoprire la verità.
“Nel nostro reparto i pazienti vanno in arresto cardiaco e muoiono come mosche”
L’infermiera è tratto dalla storia vera di Christina Aistrup Hansen, che fu condannata all’ergastolo (pena poi ridimensionata a dodici anni) per la morte di tre dei suoi pazienti e, tra le altre cose, anche per aver somministrato a sua figlia di sette anni dei pesanti sedativi, non adatti ai bambini. Pernille Kurzman riuscì a far luce su una serie di morti sospette che andava avanti da molto tempo e fu anche messa in disparte dai suoi colleghi.
The Good Nurse (2022)
The Good Nurse, film uscito nel 2022, racconta la storia di Amy Loughren (Jessica Chastain) un’infermiera molto brava che si fa in quattro sul lavoro e in famiglia, nonostante sia affetta da una patologia cardiaca. Durante i turni in ospedale Amy fa amicizia con un collega, Charlie Cullen (Eddie Redmayne) che nel giro di breve tempo viene coinvolto in un’indagine a causa di una serie di morti sospette tra i pazienti della struttura sanitaria.
Amy non riesce a credere che una persona nella quale confidava così tanto possa essere un assassino, ma gli indizi a carico di Charlie diventano sempre più schiaccianti. Ma sarà proprio lei a inchiodarlo alle sue responsabilità e farlo confessare.
Anche The Good Nurse è tratto da una storia vera, quella di Charles Cullen, che fu arrestato nel 2003 dopo aver ucciso centinaia di pazienti. Redmayne si è preparato al ruolo dell’infermiere assassino documentandosi e leggendo il libro di Charles Graeber sul caso di Cullen, ma anche lavorando sull’accento americano e sulla fisicità e il modo di muoversi del suo personaggio.
L’infermiere killer (2022)
Se dopo aver visto il film con Redmayne volete approfondire il caso di Charles Cullen, allora non perdetevi la serie documentario L’infermiere killer, attualmente disponibile su Netflix. Diretto dal regista Tim Travers Hawkins, questo documentario rievoca l’agghiacciante storia del serial killer americano grazie a registrazioni audio dello stesso Cullen e interviste a coloro che si ritrovarono coinvolti, loro malgrado in questa vicenda, tra cui Amy Loughren, la collega di Cullen che fu sua amica, ma aiutò gli inquirenti a far luce sui suoi omicidi. Nelle interviste viene dato spazio anche ai familiari delle vittime.
Amy Loughren, nel descrivere Charles Cullen ricorda: “Era molto premuroso e parlava a voce basse, non alzava mai e poi mai la voce.” ma lo colse sul fatto quando ad una paziente cardiopatica, allergica alla lidocaina (informazione che era riportata sulla sua cartella) iniettò il suddetto antidolorifico per poi gridare “codice blu!”. Lo staff cercò di salvare la paziente, invano, poi un medico chiese “Chi diavolo le ha dato la lidocaina?”
Quando iniziarono le indagini su Cullen, Amy non pensava che fosse per la morte dei pazienti, ma per altre questioni, furto di farmaci o psicofarmaci, qualcosa del genere. Di fronte all’evidenza dei fatti, prima rimase scioccata – “Ero l’amica di un mostro” ha ricordato – poi decise di affrontarlo faccia a faccia e gli chiese un incontro in un ristorante. “Gli dissi, “Non sono stupida. So che sei colpevole. Andiamo alla polizia insieme. Starò al tuo fianco. Ti voglio bene”. La sua reazione, racconta Amy, fu inquietante: “In quel momento diventò un’altra persona. Sembrava compiaciuto, ma al tempo stesso sembrava vuoto, una cosa che non avevo mai visto prima”