La figura del Papa, con la sua carica simbolica e spirituale, è tornata fortemente al centro del dibattito anche nel mondo del cinema e della televisione. L’occasione, stavolta drammatica, è la recente scomparsa di Papa Francesco, pontefice amato e discusso, che ha segnato un’epoca nella storia della Chiesa.
La sua morte ha riacceso l’interesse del grande pubblico per le opere che ne hanno raccontato la vita, il pensiero e l’impatto sulla società contemporanea. La sua figura – rivoluzionaria, empatica e vicina agli ultimi – ha ispirato il cinema mondiale, lasciando un segno profondo anche nella settima arte.
Chiamatemi Francesco – Il Papa della gente (2015), diretto da Daniele Luchetti, è il primo film biografico dedicato a Jorge Mario Bergoglio. Interpretato da Rodrigo de la Serna e Sergio Hernández, ripercorre la sua storia dagli anni giovanili in Argentina alla lotta contro la dittatura militare, fino all’elezione del 2013. Proiettato in anteprima in Vaticano davanti a 7.000 persone invitate dallo stesso Francesco, il film è diventato simbolo di un papato vicino al popolo.

Nel 2018, Wim Wenders realizza il documentario Papa Francesco – Un uomo di parola, un ritratto diretto e universale del pontefice. Girato tra i luoghi simbolici del mondo – dalle Nazioni Unite ai campi profughi – il film mostra il pontefice parlare di pace, ambiente, povertà e dialogo interreligioso. Un’opera che mette in risalto la missione globale di Francesco come voce di coscienza del nostro tempo.
Il film I due papi (2019) di Fernando Meirelles, con Anthony Hopkins nei panni di papa Benedetto XVI e Jonathan Pryce in quelli del futuro Francesco, approfondisce invece il momento di passaggio tra due pontificati e due visioni della Chiesa: quella conservatrice e quella progressista. Ambientato poco prima delle dimissioni di Ratzinger, il film mette in scena un dialogo intimo e potente sulla fede, il perdono e il peso del ruolo papale.
Ma il cinema ha parlato anche della figura del papa in chiave più simbolica, come accade in Habemus Papam (2011) di Nanni Moretti, dove un papa appena eletto, interpretato da Michel Piccoli, si rifiuta di assumere il ruolo per paura di non esserne all’altezza. Una riflessione delicata e profonda sulla crisi spirituale e psicologica che può colpire anche chi è chiamato a guidare milioni di fedeli.
Più recente e controverso è Conclave (2024) di Edward Berger, tratto dal romanzo di Robert Harris. Il film (qui è dove potete vederlo in streaming), con Ralph Fiennes, Stanley Tucci e Sergio Castellitto, racconta i giochi di potere all’interno del Vaticano durante l’elezione del successore di un papa appena deceduto. Tra scandali, segreti e colpi di scena, emerge a sorpresa un outsider: Vincent Benitez, un cardinale messicano intersessuale che verrà eletto come papa Innocenzo XIV. Applaudito dalla critica internazionale, il film ha però diviso la stampa cattolica.
Infine, è impossibile non citare The Young Pope (2016) e The New Pope (2020), le due serie dirette da Paolo Sorrentino e prodotte da Sky, HBO e Canal+, con Jude Law nel ruolo del discusso Pio XIII, e nella seconda stagione affiancato da John Malkovich nei panni del fragile Giovanni Paolo III. Visionarie e provocatorie, le serie esplorano il lato più oscuro e simbolico del potere spirituale, tra misteri, miracoli e contraddizioni.
Tra biografie, documentari e fiction, il papato resta uno dei grandi temi del nostro tempo anche sullo schermo. E oggi, con la scomparsa di Papa Francesco, queste opere tornano a essere più attuali che mai, come strumenti per comprendere l’eredità di un uomo che ha cambiato la storia recente della Chiesa.